Tra temporali imprevisti e giornate di sole che ci colgono di sorpresa, il caldo e la stabilità sembrano non vogliano proprio arrivare, quest’anno. Lo avevamo detto anche nel 2014, alla vigilia di una stagione che è diventata da un punto di vista di qualità enologica il nuovo benchmark per le annate difficili. Nella speranza che il meteo possa volgere a una maturazione benevola delle nostre amate uve l’InviNato Speciale ed io abbiamo pensato di stilare una piccola classifica di vini che in questo periodo danno il meglio: abbiamo pescato, quindi, nel mondo degli spumanti e dei bianchi, generalmente preferiti dai consumatori nel periodo estivo, anche se di estivo questi giorni al momento non hanno nulla. Prendetene nota, e se vi capita di trovarne in giro e provarli… fateci sapere!
Blanc de Morgex et de La Salle Extreme, Cave Mont Blanc. Come si può intuire dal nome, è uno spumante che proviene da zone impervie, in particolare dai vigneti più alti d’Europa, fino a 1200 metri. Affilato e delicato potrete berne una bottiglia per aperitivo senza quasi accorgervene, oppure accompagnare pranzi leggeri, con grande stile.
Alta Langa Zero, Enrico Serafino. Se la denominazione piemontese non ha ancora infranto i vostri cuori è perché non avete provato questo spumante. Alla cieca inganna più di qualche espertone dell’effervescenza: la struttura del pinot nero duetta con lo chardonnay, fondendosi bene, ma bene davvero, in un sorso dritto e di gusto. Provare per credere (e poi riproverete ancora e ancora…).
Nature Monsupello. Il miglior spumante oltrepadano, senza se e senza ma. Giusto per essere chiari. A un prezzo tutto sommato popolare potrete concedervi l’essenza del pinot nero dell’Oltrepò spumantizzato, ben coadiuvato da una piccola percentuale di chardonnay. Ottimo per l’aperitivo, ottimo per pasteggiare.
Prosecco Brut Nino Franco. Bistrattato negli aperitivi con le patatine, miscelato per lo spritz e altri cocktails ameni, degradato dai più a rango di “vinello”, il prosecco rimane un “must” dell’estate. Se ne cercate uno vero, che soddisfi la vostra atavica voglia di bollicine, buttatevi sul prosecco di Nino Franco. Ne parlammo qui e siamo ancora fermamente convinti delle nostre parole. Reperibile nella GDO e nelle enoteche, il che è solo un punto a suo favore.
Verdicchio dei Castelli Riserva, Villa Bucci. Un evergreen, una cartuccia sicura da sparare quando non si vuol fallire. Un vino fedele al territorio, creato con amore. Si trova anche in GDO ed accettatelo senza pregiudizi: è un gran bel verdicchio, ottimo per i pasti a base
Villa Gemma, Bianco IGT Colline teatine Masciarelli. Dimenticate i trebbiano piatti e banali. Dimenticate quelli invasi di legno che più legno non si può. Con questa bottiglia si capisce cosa vuol dire eleganza in un buon bianco, senza spendere un capitale.
Veltliner Praepositus, Abbazia di Novacella. Si trova facilmente, anche al supermercato e altrettanto facilmente sparisce dalla cantinetta di casa. Sapido e fresco, senza estremi: accompagnerà degnamente il vostro prossimo branzino alla brace.
Falanghina Svelato, Terre Stregate. Una falanghina sui generis, profonda ma immediata nella sua bevibilità. L’affumicatura al naso è un invito a nozze per berlo su una impepata. E non vi dimenticate la scarpetta nel sughetto delle cozze!
Anthilia, Donnafugata. Ok, è un vino facilmente reperibile nella GDO e forse i sommelier più smaliziati storceranno il naso ma nei luoghi di vacanza i ristoranti non sempre hanno una carta dei vini ricercata.
E vi garantisco che l’Anthilia vi stupirà per la sua bontà e facilità di abbinamento a tutta la cucina di mare.
Riesling Landò, Le Fracce. Perché spingersi fino all’Alsazia o alla Mosella? Perché andare a cercare annate del secolo scorso? Per soddisfare la divorante voglia di riesling basta questo bianco dell’Oltrepò appagante, franco, giustamente idrocarburico ed estremamente piacevole. IL riesling estivo per antonomasia.
Flower Power, Podere 414. Un rosato tra le bollicine ed i bianchi. I toscani sono per la maggior parte dei “rossisti”, in Maremma però quest’anno spopola questo rosé. Tutt’altro che il classico fragolone-succo-di-frutta-alcolico, il Flower Power ha la verticalità e le durezze di un bianco, anzi sembra un bianco che si è abbronzato al sole. Impiegherà poco tempo a spopolare nel resto dello stivale.