di Cinzia Novara
Ed eccomi qui dopo qualche mese di latitanza, pronta a cominciare a scrivere nuovamente per Appunti di degustazione e, devo ammettere, che ho sentito una profonda mancanza della penna o meglio della tastiera per condividere le mie impressioni degustative. Ma bando alle ciance e iniziamo!
Sabato scorso tre amici sommelier ed io abbiamo organizzato una cena di ritrovo per inaugurare l’anno nuovo e scambiarci opinioni in merito alle vacanze natalizie appena trascorse sia a casa che in villeggiatura, ai piatti deliziosi e ai vini bevuti in questo periodo e soprattutto agli obiettivi da raggiungere per il 2016.
La partenza è leggera: un antipasto di speck altoatesino tagliato finemente insieme a pane croccante al sesamo; segue un primo piatto, non così leggero ma sempre delicato, composto da risotto al pistacchio in abbinamento a due vini bianchi, giusto per non farci mancare nulla e giocare un pochino a quale si addiceva meglio.
Il primo vino è Renosu, vino bianco di Tenute Dettori ottenuto da Vermentino e Moscato di Sennori e lavorato in biologico. Al naso note di fiori di acacia e note delicate di agrumi, erbe aromatiche, in bocca una sapidità marina.
Il secondo vino è
Praepositus Riesling 2012 di
Abbazia di Novacella ancora giovanissimo di un giallo paglierino, all’olfatto si dispiega con sentori di mela golden, maracuja, pompelmo giallo e note di erbe aromatiche e minerali. Assaggiandolo regala un buon equilibrio tra note dolci cremosi e una stuzzicante mineralità. Secondo voi chi ha vinto? Quello che a parer mio era il meno scontato, ossia il
Renosu, il quale ci ha stupito nello
sposarsi in perfetta armonia con il risotto.
Davvero intrigante invece l’abbinamento di faraona cotta con mandarini cinesi e patate al forno e “Ostro” Vallée d’Aoste Torrette Superieur 2008 dell’azienda Di Barrò. Solo vitigni autoctoni valdostani, petit rouge, cornalin e vuillermin e affinamento solo in acciaio per tre anni.
Sfoggia uno scintillante vestito rubino, ventaglio olfattivo affascinante, ribes e ciliegia, arancia rossa, karkadè, fiori appassiti, sensazioni erbacee e di verdura cotta. In bocca colpisce per la grande freschezza nonostante i sette anni trascorsi, equilibrato, non manca di struttura e di elegante persistenza.
Non ancora pienamente soddisfatti abbiamo deciso di proseguire con assaggi di formaggi altoatesini: graukäse, formaggio di capra a pasta molle, crosta lavata di alpeggio e un altro formaggio di capra con
cuori di cioccolato fondente in abbinamento a
Diedri Teroldego Rotaliano Superiore Riserva 2007 di
Dorigati, produttore storico di teroldego nella Piana Rotaliana trentina.
Di colore rubino dall’unghia granata, ci regala profumi scuri, tenebrosi, in successione: more, prugne secche, cacao amaro, caffè, cenere di caminetto e una balsamicità da liquore alle erbe di montagna. All’assaggio è avvolgente, di potente struttura ma senza rinunciare all’eleganza, al frutto e alla bevibilità.
E per concludere in bellezza non poteva mancare il dolce: fagottini di sfoglia con ripieno di mele, uvetta, pinoli, cannella e una spruzzatina di succo di limone serviti con un cucchiaio di gelato alla crema e Marsala De Bartoli.
Un inconsueto Nasco di Cagliari Passito Sari 2010 di Gaetano Cipolla, attribuito a questo delizioso dolce con sentori di miele d’acacia, caramelle d’orzo, cereali al naso e grande freschezza in bocca.
Che dire?! Inaugurare così il 2016 non è stato poi così male!