Forse si sarà capito che in questo blog si ha una leggera predisposizione per i vini campani, o meglio: o per i buoni vini campani. Non potrebbe essere diversamente, visti i risultati straordinari che questa regione produce. La Campania non è soltanto fiano, greco e falanghina, per i bianchi ed aglianico, per i rossi. La Campania è molto di più: crocevia di civiltà e di epoche vinicole, gode di una potenzialità orografica senza rivali che ha permesso la coltivazione ed il mantenimento di numerose varietà di uva.
Se vi dicessi che stasera ho bevuto una barbera campana e che è mi è molto piaciuta, mi credereste? Beh, dovreste farlo. Anche perché non si trattava della barbera piemontese in trasferta ma della autoctona barbera del Sannio, varietà ben distinta dalla più famosa cugina sabauda. Nell’ultimo periodo si sta dibattendo, anche in sedi politiche, per cambiare il nome alla barbera del Sannio, ritenendo che l’omonimia possa danneggiare la commercializzazione dei prodotti: solo da pochi mesi si è giunti a una proposta da avanzare alle competenti autorità ministeriali. La barbera del Sannio infatti cambierà nome in Sanbarbato, vescovo di Benevento e nativo di Castelvenere: le pratiche per l’impiego ufficiale del sinonimo sono in  corso.


La barbera protagonista di oggi viene proprio da Castelvenere, paesino che vanta il record di Comune più vitato della regione (su quattordici chilometri quadrati di superficie totale ben undici sono coltivati a vite) ed è prodotta da Fontana delle Selve.  
Thelemako 2010 si presenta con un vestito rosso rubino luminoso ed impenetrabile, disegna sul calice archetti fitti e regolari; l’impatto olfattivo non è potente ma la complessità sorprende e dona aromi di frutta rossa sciroppata, corbezzolo, erbe officinali, timo, tamarindo, pepe bianco e leggero sbuffo balsamico. Suadente. 
Thelemako 2010
Al palato conferma la finezza del naso, pur trattenendosi: tannino centrato, alcol in equilibrio, giusta sapidità, finale medio lungo, lievemente ammandorlato, con ritorni erbacei e vegetali. Nessuna ingerenza boisé o vanigliata, si abbina bene con spaghetti con le polpettine. 
Ho detto a Francesco, che era con me a condividere il desco: bel vino, sono quasi pentito di averlo aperto. Ripensandoci, a freddo, ho fatto bene: solo bevendolo ho potuto scoprire che ne dovrò comprare ancora. Qualunque nome abbia.   
Voto: 80/100