Qualche defezione dell’ultimo momento, un traffico convulso e una nebbia fastidiosa hanno fatto slittare di un’ora l’appuntamento, ma ora ci siamo tutti davvero.
Avviniamo (si fa per dire) i bicchieri con la bottiglia a sorpresa.
Taglio bordolese di cui nulla sappiamo a parte l’anno: 2009.
Rosso rubino carico, l’impronta vegetale in evidenza rivela la natura dell’uva principale: Cabernet Sauvignon.
Fresco, tannino pacato, un pò giovane forse (non in senso AIS) ma piacevole.
Di media struttura risulta facile da bere a tutti. Buono anche da accompagnamento al pasto.
Considerato fra i migliori della serata dai “non addetti ai lavori” per semplicità ed equilibrio.
Si ma… cos’è e da dove viene?
E’ il Cabernet Merlot Learn Riserva 2009, Glassierhof Stefan Vaja, Alto Adige.
Proseguiamo di gran carriera con il Chateau Fonplegade, Saint Emilion 2008.
Già alla mescita risulta evidente una consistenza più importante. Sento qualcuno dire “pesa nel bicchiere”.
Siamo in rive Droite e quindi Merlot.
Al naso si avverte immediatamente la componente fruttata, il sottobosco. Al gusto è elegante, equilibrato e di bella trama tannica abbastanza evidente.
Un occhio fugace alla bottiglia, poi, rivela un dato inaspettato: 15 gradi volume in alcol!
Siamo tutti spiazzati in quanto non avvertiamo affatto una preponderanza alcolica, anzi l’equilibrio con il tannino è veramente ottimo.
Sento Giovanni (sommelier) argomentare con: “note di incenso”. Qualcuno annuiva.
Di struttura più elevata rispetto al precedente si rivela migliore, secondo il mio personale giudizio, sotto tutti gli aspetti.
Alla domanda “berresti un altro bicchiere” non potrebbe che esserci una risposta: “un’altra bottiglia grazie”.
Abbiamo organizzato questa sera con in mente la possibilità di far sedere alla stessa tavola sommelier professionisti, utenti evoluti e comuni utilizzatori in modo da scatenare un dibattito e avere la possiblità di commentare punti di vista anche molto distanti fra di loro. Si va dall’abc all’antologia AIS.
Tra un bicchiere e un altro poi, è normale che spuntino anche frasi come quella di Tonio: “…e si ,la botte costa un botto…1000 euro a botta va!”
C’è gente che ride ancora.
I primi due vini hanno fatto un volo senza scalo dalla bottiglia alla pancia; menomale che abbiamo un’ulteriore francese che Ciccio ha deciso di condividere con tutti noi.
Chateau Moulot, Saint Emilion 2006.
Rosso rubino intenso con bordo violaceo rivela un naso importante di frutti rossi maturi, fragole, more e spezie.
Di bella freschezza mostra un frutto ottimamente integrato con il tannino che, personalmente, mi sembra leggermente meno spiccato del Fontplegade; in tre pensano l’opposto.
Equilibrato, di buona struttura e armonico sembra il limite ideale fra grande struttura e ottima bevibilità. Veramente ben fatto, il migliore della serata seguito a strettissimo giro dal Fontplegade secondo me.
Qualità ancora in salita.
…Per il momento finisco così.
Per la seconda parte
quì.