I vini di Alois Lageder li conoscevamo. Non ne avevamo mai scritto su Appunti di degustazione ma ci era capitato di provarli. A Summa, invece, non eravamo mai stati. Ne avevamo sentito parlare come si parla di una creatura mistica, quelle che non si sa bene se esistono oppure no: ci sembrava il caso di approfondire e verificare.

Ebbene, immaginate un evento la cui location è uno scrigno incontaminato, in un contesto dolomitico delizioso. Immaginatelo di nicchia, esclusivo ma non escludente. Pensatelo perfetto nella sua organizzazione logistica e di contenuti. Pensatelo e vedrete che sarete al Summa.
Per chi non lo sapesse, Summa è un evento giunto quest’anno alla diciottesima edizione e che si tiene per volere, appunto, di Alois Lageder nel palazzo rinascimentale di Casòn Hirschprunn – proprietà della famiglia Lageder – e nella storica Tenuta Tòr Löwengang.
Ebbene: Summa non solo esiste ma è anche un’esperienza da non perdere. E adesso vi spiego perché: la location, l’ambiente interno ed esterno all’evento. Siamo stati fortunati ed entrambi i giorni in cui siamo stati a Summa16, 10 e 11 aprile, il tempo è stato più che clemente. Sole splendente ed uccellini cip cip: una luce fantastica ha accompagnato la manifestazione, rendendola ancora più bella.
Magrè sulla Strada del Vino – o Margreid an der Weinstrasse per la lingua tedesca – ha già il nome dalla sua. Per chi come noi proviene da una grande città, la differenza è notevole a partire dai primi respiri: la qualità dell’aria, il riverbero della luce del sole, il colore delle (poche) nuvole. Tutto è diverso.

Quest’anno Summa ha registrato circa 2.500 presenze tra professionisti del settore ed eno-appassionati, da quasi quaranta paesi del mondo per conoscere oltre 60 produttori d’eccellenza provenienti da Italia, Germania, Austria, Francia e Nuova Zelanda. Un piccolo evento, numericamente parlando: ma una grande, grandissima occasione di incontro, organizzata perfettamente.
Vi segnaliamo un paio di aziende che abbiamo provato: l’elenco non è affatto esaustivo e le note sono ridotte all’essenziale. Un motivo in più per tornare l’anno prossimo a Summa!
Dr. Bürklin-Wolf
Azienda di Wachenheim an der Weinstraße, in Renania-Palatinato.
Riesling Trocken 2014  minerale, quasi ferroso. Campione probabilmente servito caldo, a temperatura inferiore darebbe il meglio. Impianto olfattivo che ricorda un mojto.
Ruppertsberger 2014. Naso di mela, salinità in evidenza, bevibilità e verticalità.

Ruppertsberger Hoheburg 2013. Naso balsamico, tratti caldi. La bocca fa concessioni alle morbidezze insperate per un riesling.
Reiterpfad 1999 da magnum. Il naso è tipico dei riesling invecchiati, con note di frutta secca, evoluti, anche dinamici se vogliamo. In bocca si dispone molto bene ma manca un po’ di lunghezza: a un signor vino quasi maggiorenne si può perdonare. 

Non abbiamo saputo resistere. Volgendo lo sguardo verso il banco abbiamo visto Pergole Torte 2013, con la sua inconfondibile etichetta di Alberto Manfredi. Un richiamo per me irresistibile. 


La grande dame però non è ancora pronta, lo sapevamo. Profumi non ancora del tutto armonizzati, tannino vivo, sfaccettature ancora limitate: chi conosce Pergole Torte sa cosa può dare questo vino. Per la 2013 è ancora presto ma… sarà grande a breve. 
Molto più pronto il Montevertine 2013: grande sapidità, scattante, in forma. 

Boizel

Champagne Blanc de noir 36 mesi sui lieviti, solo 8 grammi litro di dosaggio. Uno di quei vini pugno di ferro in guanto di velluto. La forza del Pinot nero è contenuta senza costrizioni, espressiva, scivola sulla lingua portando freschezza e struttura. 

Grand Vintage 2007, 84 mesi sui lieviti. Complesso e meno beverino. Per chi cerca sensazioni più sofisticate.

Alois Lageder

Il padrone di casa vuole sorprendere ancora, portando alcune annate vecchie davvero interessanti. 
Krafuss 2002 Pinot noir, profumo delicato, senza le note animali che a volte caratterizzano il vitigno. Non molto complesso ma impatto olfattivo floreale ben definito.
Tannino risolto, vellutato, ben bilanciato dalla acidità. Meravigliosa la facilità di beva. 
Cor Romimberg 1997 Cabernet Sauvignon: naso pulito, le prime cose che si avvertono sono china, anice, caffè, cioccolato amaro. Una nota vegetale secca rimane in sottofondo, alternandosi a sentori piccanti.
Al palato è più vegetale, con ritorni di caffè verde. Nonostante la difformità tra quanto percepito al naso e quanto in bocca è fuso, coeso, un vino che si degusta oggi nel suo massimo splendore.

Ne avevamo scritto quasi due anni fa, riportando la recensione di un sorprendente pinot nero Focara 2011. A Summa abbiamo potuto provare molto altro.
Roncaglia Albanella 2015 fresco sapido, beverino. Da un vitigno autoctono geneticamente simile al trebbiano toscano. Una bella chicca. 
Impero 2013 Pinot nero blanc de noir. Il naso ha note burrose, sostenute e potenti. Gli manca forse un po’ di nerbo, al palato la struttura non gli fa difetto e proprio per questo avrebbe bisogno di una spintarella sulle durezze.  
Focara Pinot noir 2013. Naso delizioso, balsamico e nitido. Sottobosco, pineta Marina, fieno. 
Focara Pinot noir 2014. L’olfatto è meno pulito del predecessore, ma altrettanto intenso. Bocca più magra e anche più rude. Un giovanotto da educare. Il campione di botte del 2015 ha grandi potenzialità: potendo contare su una annata perfetta, l’estrazione, la maturazione sono al punto giusto. Virgulto. 
Focara Riserva 2007. Il primo anno di Rive, evoluzione complessa di cioccolato e boero. Bocca completa, appagante, finale ammandorlato. 
Ultima nota, ma non ultima.
A Summa si pensa anche ai più sfortunati, a chi ha bisogno di un aiuto da parte di chi ha ricevuto un po’ di più, in questa vita. Circa quindicimila euro provenienti dall’incasso saranno devoluti alla Casa della Solidarietà di Bressanone, che da quasi quindici anni aiuta persone in difficoltà come profughi traumatizzati, persone con problemi psichici o con dipendenze.
Un grande applauso, prego.