Benvenuto Brunello 1
Quando si tratta di festeggiamenti, Appunti di Degustazione non può di certo mancare. Lo scorso 21 febbraio abbiamo partecipato al 50° anniversario del riconoscimento della DOC al Brunello di Montalcino, in un complesso storico meraviglioso come quello di Sant’Agostino nel cuore di Montalcino.
A Benvenuto Brunello 2016 abbiamo avuto l’occasione di degustare in anteprima: Brunello di Montalcino 2011, Brunello di Montalcino Riserva 2010, Rosso di Montalcino 2014 e, ultimi ma non meno importanti, Moscadello di Montalcino e Sant’Antimo.

Benvenuto Brunello

Dalle nostre degustazioni è emerso, in generale, che le anteprime del Rosso di Montalcino 2014 sono dotate di grande freschezza, quasi borgognona, e di sorprendenti complessità, eleganza e bevibilità. Diversi produttori infatti hanno destinato gran parte delle uve di quest’annata al Rosso invece che al Brunello, come sarebbe accaduto in altre annate migliori.

Il Brunello di Montalcino 2011 ha dimostrato di poter diventare un grandissimo vino e, in alcuni casi, uguale o anche superiore all’annata 2010. L’annata 2011 ha saputo coniugare la sottile finezza dei vini del 2009 all’esuberante e vigoroso corpo dei Brunello 2010.

Un particolare da non sottovalutare è stato riscontrare la differenza tra i vini provenienti da uve coltivate ad altitudini superiori ai 200-300 metri sul livello del mare e tra quelli prodotti con grappoli maturati a quote basse, in zone più o meno pianeggianti.

Le Riserve 2010, a nostro parere, hanno rivelato una grande struttura frutto dell’annata cosiddetta “a cinque stelle”, anche se la 2011 in diverse zone non è stata da meno. In molti assaggi le Riserve si sono dimostrate ancora troppo giovani con note fumose e tostate in grande evidenza, dovute alla lunga sosta in legno. Riserve che avranno bisogno di moltissimo riposo in bottiglia, ma che, e siamo pronti a sottoscriverlo, tra alcuni anni sapranno farsi valere e donarci emozioni da vino di grandissima stoffa.
Brunello di Montalcino
Sofia e Giuseppe Gorelli di Le Potazzine

In questa “lunga e dura” giornata abbiamo avuto la fortuna di poter assaggiare più di 80 vini in anteprima, anche se le aziende e i vini partecipanti erano molti di più. 

Tra tutti, quelli che ci hanno colpito maggiormente sono stati il Brunello 2011 di Salvioni, per il suo perfetto equilibrio tra eleganza e potente struttura e il Brunello 2011 di Tenuta Le Potazzine, che rappresenta un riferimento importante sul solco dell’eleganza abbinata alla tradizionalità ilcinese. 

Un altro Brunello tradizionale e di grandissima stoffa è il Riserva 2010 “Vigna Soccorso” di Tiezzi. Potenza, struttura ma intrecciate a grande e piacevole bevibilità spiccano nel Brunello Riserva “Ugolaia” 2010 di Lisini, nel Brunello 2011 di Fuligni e nel Brunello Selezione “Madonna delle Grazie” 2011 de Il Marroneto.

Il Brunello 2011 e la Riserva 2010 di Pietroso ci regalano inconsuete ma ben bilanciate sapidità e freschezza. 

In questo elenco non può di certo mancare una storica cantina come Mastrojanni con il suo Brunello Vigna “Loreto” 2011 dall’innata classe. Grande sorpresa di questa giornata è stata la piccola e poco conosciuta realtà di Tenuta Crocedimezzo: la qualità del Brunello 2011 e la Riserva 2010 non è da meno rispetto a quella dei più blasonati produttori.

Buono e convincente tra i Sant’Antimo, è quello di La Palazzetta da uve sangiovese e colorino, senza nulla togliere ai Brunello, anch’essi interessanti.

A Montalcino, storicamente, vi era il Moscadello, ancora prima del Brunello. Attualmente ancora pochi produttori coltivano il moscato bianco da cui ottengono questa piccola e dolce chicca. Da Caprili, Il Poggione, Capanna i prodotti più validi e convincenti che hanno concluso con dolcezza questa giornata.

Brunello di Montalcino
Lasciamo Montalcino con la convinzione di aver degustato vini di un elevatissimo livello qualitativo medio, come pochi altri territori in Italia, e la certezza che il futuro di questa prestigiosa denominazione sarà senza dubbio roseo, specialmente se i produttori e il Consorzio lavoreranno in sintonia su una linea che privilegi tradizione e territorialità.