Premessa: questo non è un resoconto sulle vacanze trascorse dal sottoscritto in Sardegna, non sono così egocentrico e men che mai famoso, ma soprattutto credo che a un’estate di mare, castelli di sabbia e qualche cena fuori sia interessato lo 0,00000000000001% degli internauti;
non è una classifica delle spiagge più belle della Sardegna, la Rete ne è già satura e comunque qualunque scegliate cascate sempre in piedi perché di spiagge brutte in Sardegna non ne esistono, il porto di Olbia ha l’acqua più limpida di tutto l’Adriatico, tacco compreso;
non so quale browser stiate utilizzando ma se stavate cercando “Tripadvisor” o “Turisti per caso” sappiate che siete stati reindirizzati su Appuntididegustazione-ilblogchesadiVINO perciò di seguito troverete un po’ di vini rigorosamente sardi provati in Sardegna, meritevoli di menzione (e cambiate browser):
Piede Franco 2011 Calasetta: dall’isoletta di Sant’Antìoco questo carignano in purezza è un piccolo gioiello di personalità ed equilibrio. Mediterraneo, quasi salato al palato nelle sue note di cappero, ciliegie, prugne secche, viola e un’intrigante affumicatura. Il carignano, vino tendenzialmente improntato su note dolci, è perfettamente tessuto in una trama in cui frutta matura e tannino sussurrato esaltano un sorso vellutato, mai urlato eppure vivissimo. Segnatevelo e accattatevill stu carignano!!!
Tappo in vetro per il Lupus |
Lupus in Fabula 2014 Tenute Olbios: Daniela Pinna, titolare dell’azienda nonché agronomo e presidente del Consorzio produttori del Vermentino, ci regala un vino dalla partenza vibrante e agrumata che cede poi il passo a una inattesa ma mai stancante aromaticità, su profumi di lavanda e banana. Una bella interpretazione di vermentino, piacevolmente originale e inaspettata come appunto il lupo nella favola. C’era una volta un vermentino…
Rocca Rubia Riserva 2011 Santadi: frutti di bosco, prugna, china, sbuffi balsamici e un tannino centrato sono i punti fermi di questo carignano quasi masticabile a dispetto di un corpo snello e un colore rubino non eccessivamente carico. PAI lunga come la spiaggia di Costa Rei… chiamatemi pure monsieur carignan…
Canayli 2014 Cantina Gallura: corpo snello, beva sottile, finale amarognolo e gradazione sapientemente mascherata sono gli ingredienti che fanno di questo vermentino un vino beverino come pochi. Tecnicamente impeccabile (come ogni annata) il Canayli risulta solo troppo giovane, con profumi in piena evoluzione e ancora in via di definizione. Un ulteriore affinamento in bottiglia gli avrebbe certamente giovato. Da grande farò il vermentino!
Canayli 2014 Cantina Gallura: corpo snello, beva sottile, finale amarognolo e gradazione sapientemente mascherata sono gli ingredienti che fanno di questo vermentino un vino beverino come pochi. Tecnicamente impeccabile (come ogni annata) il Canayli risulta solo troppo giovane, con profumi in piena evoluzione e ancora in via di definizione. Un ulteriore affinamento in bottiglia gli avrebbe certamente giovato. Da grande farò il vermentino!
Petrizza 2014 Masone Mannu: il caldo che ha caratterizzato l’estate 2015 ha messo a dura prova la voglia di bere alcolici di molte persone; per fortuna Masone Mannu ci regala un vermentino franco che colpisce per la sua spinta acida e il finale ammandorlato, doti che invitano a un altro sorso e un altro ancora, e al diavolo i 35 gradi alle dieci di sera! Vermentino di salvataggio.
Maìa 2014 Siddura: naso roccioso e pizzicate di alloro, mineralità e acidità sfoderate al primo minuto di gioco, macchia mediterranea. Dopo qualche minuto nel calice si assesta su note di fiori provenzali e classici profumi di frutta a polpa gialla. Il finale è sorprendentemente agrumato e l’alcool alza la mano e dice presente. Ciò che colpisce è la sua non omologazione. Il Maìa (magia in gallurese) in bocca si concede pian piano ma mai completamente, ti seduce ma non ti abbandona. Vermentino nomen omen.
Ovviamente la lista sarebbe ben più lunga ma sufficiente a far emergere tre considerazioni:
1) Bevendo i vari carignano ho avuto l’ulteriore conferma che non abbiamo bisogno di uve internazionali per dare carattere, fascino e personalità ai nostri vini, le uve autoctone nostrane sono quanto di più unico e invidiabile si possa trovare nel panorama ampelografico mondiale. Lo so, è una considerazione che si trova in un articolo sì e un altro pure, ma repetita iuvant…
2) I vermentino escono troppo presto. Il giorno dopo aver bevuto il Canayli 2014 di cui sopra per puro caso mi sono trovato davanti il 2013: era decisamente più pronto, definito, coerente. Io capisco le esigenze di mercato, per carità, ognuno ha il diritto di guadagnare sul proprio lavoro, capisco il discorso “del vino di facile beva in estate, in vacanza in Sardegna” e soprattutto non capisco nulla di enologia, ma credo che posticipare l’uscita dei vermentino (un po’ come stanno pian piano facendo i produttori di fiano in Irpinia) farebbe fare un ulteriore salto di qualità a vini già di per sé buonissimi.
3) Le vacanze durano sempre troppo poco…