Una visita di puro piacere per passare qualche ora insieme a Gipi e Renato chiacchierando di marsala, di storia, di Sicilia, fra un assaggio di Grappoli del grillo e un altro di Vecchio Samperi.
Gipi cosa vuol dire produrre Marsala oggi? Senti un collegamento con il passato storico di questo vino?
Renato, Sebastiano e Gipi |
Abbiamo una concezione “personale” perché ci siamo nati. Per noi il marsala è un vino e come tale meno ci si mette mano, meglio è. Se parliamo di un passato “recente” post British (inizio del 1800, ndr) la risposta è no! Se parliamo del vino ancestrale, quello che si faceva in Sicilia “in perpetuo” ovvero rabboccando le botti scolme del vino consumato durante l’anno con il vino nuovo beh, è un altro discorso. Quello è il vero marsala; fatto nei bagli, in vigna, non mistificato… in questo ci identifichiamo. Quindi si siamo legati a questa concezione.
Papà ha fondato l’azienda circa quarant’anni fa in un momento critico per il marsala che vedeva realtà industriali avvicendarsi con prodotti (di qualità infima, ndr) chiamati marsala aromatizzati alla banana, al caffè, all’uovo, eccetera…
Era il momento di fare un passo indietro per farne uno avanti. Dopo aver ereditato questo baglio dai nonni si dedicò al recupero di vari millesimi dell’epoca. Trovò così un vino naturale alla vecchia maniera, perpetuo, un vino della tradizione marsalese prima che gli inglesi lo fortificassero per il trasposto e aggiungessero mosto per addolcirlo. Oggi questo vino si chiama Vecchio Samperi.
Partendo da papà e ora con i miei fratelli siamo sempre stati legati ad innovazione e tradizione. Così da un lato siamo passati dal produrre il primo grillo secco da tavola (quando in origine l’uva grillo era solo utilizzata per il marsala) e dall’altro al ritorno all’antico “vino del baglio” .
Papà aveva grande intuito e coraggio e aveva capito che vendemmiando in anticipo e vinificando a freddo si poteva fare un metodo classico di qualità. È stato mio fratello Renato però che continuando questa tradizione ha sperimentato la Terzavia del grillo, il nostro metodo classico appunto che oggi viene prodotto in ben tre versioni.
Mi piace conoscere i vini di zone nuove anche non siciliani e piuttosto che bermi qualcosa di mediocre bevo una buona birra. Mi piacerebbe molto trovare vini interessanti e sono sempre alla ricerca.
Il tempo è stato ottimo continua ad essere buono rispetto alle ultime due annate. Gli autoctoni hanno bisogno del clima autoctono.
Il sole nel calice |
Dipende. Che poi tutto ‘sto cambiamento climatico… qualcosa è cambiata ma almeno qui non vedo tutte queste catastrofi. È un ciclo. Io ricordo sempre estati calde come questa al contrario degli ultimi tempi che invece ha fatto più fresco.
Certo se pianti lo chardonnay in un clima come quello siciliano magari qualche problema lo avrai. Non è un caso che qui da noi si producano vini ossidati con queste temperature…
Siamo favorevoli al concetto di vino biologico o biodinamico, ben venga, ma per noi non fa differenza; la differenza lo fa il modo in cui si lavora.
Devi lavorare bene.