di Anna Gelmetti

Figurina Liebig rappresentante LaTraviata

Libiamo ne’ lieti calici“. Adoro La Traviata ma questo famoso brindisi fa spesso dimenticare la
bellezza di tutta questa grande opera drammatica. Vino e musica, binomio antico
e contemporaneo: dai riti dionisiaci dell’antica Grecia alle note più recenti
di Barbera e Champagne

«Finché han dal vino, caldo la
testa, una gran festa – fa preparar
» fa cantare Mozart a Don Giovanni. Ai brindisi vengono riservate musiche straordinarie:
accompagnano momenti di convivialità, per esempio ne Il Viaggio a Reims di
Rossini o ne Il Campanello di Donizetti.
Opera poco conosciuta ma con due brindisi molto allegri e spensierati: «Mesci,
mesci, e sperda il vento ogni cura, ogni lamento, solo il canto del piacere,
risuonar fra noi s’udra. Nell’ebbrezza del piacere sta la vera ilarità.
»; «Il
segreto per esser felici so per prova e l’insegno agli amici. […] Scherzo e
bevo, e derido gl’insani che si dan del futuro pensier. Non curiamo l’incerto
domani se quest’oggi c’è dato goder.
».

 Hip, hip, Urrà! Festa di artisti a Skagen di Peder Severin Krøyer (1888)

In un’aria da camera, Verdi scrive:
«Mescetemi il vino! Tu solo, o bicchiero, fra i gaudi terreni, non sei
menzognero […] Chi meglio risana del cor le ferite? Se te non ci desse la
provvida vite, sarebbe immortale l’umano dolor.
».

Tuttavia i brindisi fanno capolino
anche in opere drammatiche. L’inizio di Ernani
con il coro maschile che canta: «Evviva!… Beviamo! Nel vino cerchiamo almeno
un piacer! Che resta al bandito, – da tutti sfuggito, se manca il bicchier?
». Lady
Macbeth
canta: «Si colmi il calice di
vino eletto; nasca il diletto, muoia il dolor
.». Nell’Otello, Jago: «Innaffia l’ugola! Trinca, tracanna! Prima che
svampino canto e bicchier. Questa del pampino verace manna di vaghe annugola
nebbie il pensier. Chi all’esca ha morso del ditirambo spavaldo e strambo beva
con me!
».
Programma in russo della Cavalleria Rusticana
Coro e brindisi: abbinamento
perfetto e un momento leggero, in opere tanto tragiche, può spezzare
l’atmosfera cupa. Ma soprattutto, come mi dice il Maestro Bruno Nicoli,
Direttore dei Complessi Musicali di Palcoscenico del Teatro alla Scala di
Milano, il brindisi crea «un effetto di contrasto ai drammi delle vicende.
Generalmente questi squarci di luce/allegria sono infatti il preludio del
dramma,  pensa a Cavalleria o Macbeth.
». 
In una novella di Verga, Santa –
innamorata di Turiddu – sogna l’uva nera, presagio di sventura. Mascagni trasforma,
in Cavalleria Rusticana, questo episodio
e la sosta di Turiddu in osteria in una grande scena: «Viva il vino
spumeggiante, nel bicchiere scintillante come il riso dell’amante mite infonde
il giubilo, viva il vino che è sincero che allieta ogni pensiero e che annega
l’umor nero nell’ebbrezza tenera.
». Poche battute dopo, Turiddu offre un
bicchiere di vino al rivale, che rifiuta e lo sfida a duello. La musica cambia,
si incupisce improvvisamente e Turiddu, dopo aver salutato l’ultima volta la
madre, muore colpito da una coltellata.
Insomma state attenti con chi
bevete… tuttavia prosit!