Gianpaolo: “Francè vorrei un merlot in purezza”.
Francesco: “Impossibile, lì non ne fanno.”
Gianpaolo: “Ma dai, vai nella patria del merlot e vuoi che non ci sia qualcuno che ne faccia uno in purezza?”.
Francesco: “Ti dico di no, ci sarà pure un motivo se si chiama TAGLIO bordolese. Merlot e cabernet!”.
Gianpaolo: “Scusa, ma l’altro giorno mi avevi detto che nella Rive Gauche comanda il Cabernet mentre nella Rive Droite il merlot. Tu dove vai, di qua o di là?”
Francesco:
No, io ti ho detto che nei vini della Gauche c’è PREVALENZA di cabernet, in quelli della Droite invece la PERCENTUALE del taglio è a favore del merlot, ma vini monovitigno non ne fanno, neanche lo Chateau Petrus è un merlot in purezza! E comunque farò entrambe le Rive”.
Gianpaolo:
Entrambe? Perfetto allora. Diciamo sempre che il vino è ricerca…e tu ricerca, dai. Consideralo uno stimolo per visitare qualche cantina meno blasonata, così magari trovi pure qualche chicca”.

Andò più o meno così la conversazione tra me e Francesco quando, nel maggio del 2011 lui si apprestava a intraprendere un bellissimo viaggio itinerante in Bordeaux. Conservo ancora con piacere lo scambio di email di quei giorni tra me e lui, in particolare quella in cui trionfante mi scrisse di aver “soddisfatto la tua richiesta al 95%. Ho trovato un Saint Emilion 95% merlot e 5% cabernet franc. Non puoi lamentarti!”.

Il vino in questione era il Saint Emilion Grand Cru “Moulin Galhaud” 2008, dell’omonima Maison situata nella Rive Droite del Bordeaux. Francesco mi consigliò anche di fargli fare tanta polvere ma molti di voi sanno che quando si è in cantina e si deve scegliere il vino da aprire, le mani prudono, la salivazione aumenta, i consigli si dimenticano…

Porpora alla vista, limpidezza e consistenza nella norma, il Moulin Galhaud comincia a sfoderare colpi da campione non appena si passa allo step olfattivo: l’esplosione della frutta e la profondità delle spezie si fondono in un crescendo di curiosità. Beviamo! 
L’astringenza tannica è ancora presente ma non più fastidiosa, la salivazione al primo sorso è a mille, segno di notevole longevità (avevi ragione Francè!). Agli antipodi dei bordolesi morbidoni, si spoglia dell’opulenza merlottiana e regala profumi in continua evoluzione, dalle ciliegie di Vignola alle fragoline di bosco, passando per note di amarena, rabarbaro e mallo di noce fino ad arrivare alle calde speziature di caffè, cioccolato al latte e china.
Un vino profondo e allo stesso tempo di una bevibilità notevole, tecnicamente senza difetti. Una chicca difficile da reperire in Italia, ma se deciderete di organizzare una vacanza enogastronomica in Francia…

Pensato e scritto da Gianpaolo Arcobello, l’inVinato speciale.