Come avevamo già anticipato in questo post, Appunti di degustazione – splendidamente rappresentato da Gabriele ed il sottoscritto – partecipa al contest organizzato da La Stampa, volto a evidenziare l’importanza del fenomeno social media e l’incidenza sul modo di fare comunicazione.
L’iniziativa, denominata Young to Young, prevede tre degustazioni in tre diversi giorni del Vinitaly, dove saranno protagonisti giovani produttori e giovani blogger, idealmente uniti a formare un trampolino verso il futuro.
Viene chiesto a ciascun blogger di pubblicare sul proprio spazio un articolo con foto e testi relativi all’evento: gli articoli saranno valutati da una giuria di giovani comunicatori de La Stampa Academy.
E di futuro si è parlato stamani con Paolo Massobrio e Marco Gatti, rispettivamente moderatore e degustatore; i vini in degustazione erano:
Vermentino di Gallura Superiore “Sienda”, presentato da Marianna Mura per Vini Mura
Freisa d’Asti “Sorì di Giul” 2010 presentato da Giulia Alleva per Tenuta Santa Caterina
“Titolo” Aglianico del Vulture 2011, presentato da Elena Fucci per l’omonima azienda di Barile.
Paolo Massobrio, in apertura, chiarisce che le tre aziende sono state premiate con Top Hundred di Golosaria.

Vedremo in seguito che il ritorno alle origini a cui Marianna fa riferimento è il leit motiv che accomuna le tre produttrici. Semplice coincidenza o segnale ben preciso…?

Sienda proviene da un vigneto di quaranta anni e viene prodotto in ventimila bottiglie l’anno: si presenta paglierino brillante, impatto olfattivo fine, in particolare erbe aromatiche, salvia, rosmarino e macchia mediterranea; l’olfatto è già ampiamente comunicativo. In bocca ha corpo forse inaspettato per un vino bianco, sostenuto da una bella sapidità che non interferisce sulla percezione di freschezza, integrata e piacevole. Non ci sono dubbi: Marianna è riuscita nell’intento.
Giulia Alleva di Tenuta Santa Caterina proviene dal Monferrato, una zona in cui vino e storia vanno a braccetto da secoli. Anche Giulia confessa la necessità, intervenuta col tempo ed in particolare dopo la laurea, di tornare alla “terra”, lasciandosi alle spalle le metropoli grigie e fumose. Come darle torto…


Marco Gatti, nel corso della degustazione, ci fa notare che siamo davanti a un “vino da ascoltare“: rubino intenso ed impenetrabile di buona luminosità, precede sentori nitidi di confettura di frutti rossi, speziatura dolce, in special modo cannella e poi in successione armonica tabacco, terra bagnata, tratto ematico. In bocca il gusto è potente e al tempo stesso elegante, con tannino perfettamente integrato in un contesto aristocratico. Facile prevederne una longevità importante.
Dopo la degustazione le tre produttrici hanno espresso ancora per qualche minuto le loro opinioni e le loro storie, rispondendo alle domande dei blogger presenti. Gabriele ed io, al termine, abbiamo avuto la medesima impressione e siamo certi che in tutta la sala si è avvertita la stessa positiva elettricità: Marianna, Giulia ed Elena hanno manifestato, in pochi minuti e in poche parole, tutta la loro passione, la volontà di proseguire o rinnovare una tradizione nel segno inequivocabile della passione.
Perché nessuna cosa grandiosa è stata fatta senza entusiasmo iniziale.
Se il futuro del vino e della comunicazione è questo siamo in buone mani.
Prosit!
Arrivo sempre con quel filino di ritardo che mi contraddistingue nella vita virtuale (in quella reale sono molto piemontese :P).
Bel pezzo, ragazzi.. si vede che di vino ve ne intendete, e parecchio: avete fatto delle descrizioni tecniche da lasciarmi senza parole! Ma siete riusciti a raccontare al meglio anche queste tre storie di studio, di determinazione, di femminilità vera.
Bravi!
Noto con piacere che in questo ultimo Vinitaly tante donne sono state protagoniste. Ieri ho assistito alla conferenza sul Cerasuolo di Vittoria presso lo stand della Regione Sicilia, denominazione che a mio avviso nei prossimi anni otterrà la ribalta che merita. Sul palco Gaetana Iacono, Francesca Planeta, Valentina Nicodemo e Arianna Occhipinti.