Per la seconda serata di Borgogna, organizzata in una enoteca del centro milanese, lunedì 25 marzo il Master Sommelier, ancorché auto-de-Aissizzatosi, ci ha proposto:
1. Chateau de Puligny Montrachet – Puligny Montrachet Chardonnay 2005
2. Domaine Amiot Servelle – Chambolle Musigny 2010
3. Chateau de Puligny Montrachet – Saint-Aubin 2005
4. Domaine Antonin Guyon – Savigny les Beaune 2005
5. Domaine de Montille – Beaune Les Greves 2008
Facciamo parlare subito i calici:
Chateau de Puligny Montrachet – Puligny Montrachet Chardonnay 2005
Per gli amanti dello chardonnay, ecco un campione di razza. Denominazione nota, non necessità di molti approfondimenti: terreno calcareo, clima secco e ventilato, tecniche produttive votate alla qualità, coltivazione ad alberello o guyot. Chardonnay in purezza dal carattere nervoso e spiccata acidità, viene lavorato in barrique di legno spesso nuovo ed i risultati sono quelli che tutti conosciamo. Vini progettati per durare molto a lungo. Ma attenzione al giallo di oggi: il Master sommelier stappa tre bottiglie, e abbiamo tre vini sostanzialmente diversi tra loro: il bello (o il brutto) delle coltivazioni biodinamiche. Si tratta sostanzialmente di tre stati evolutivi diversi, il mio calice è quello intermedio, giallo dorato e consistente, note di camomilla, frutta esotica, miele, canditi, sentori minerali con freschezza percepibile ed asse spostato sul piano delle morbidezze. Persistente e fine, suadente e fascinoso, possiede piacevoli lampi di salinità.
90/100
Domaine Amiot Servelle – Chambolle Musigny 2010
Al calice si presenta rosso rubino ma si nota ancora qualche riflesso porpora: sospetto che sia ancora giovane. Al naso, infatti, mi appare inespresso: violette, ribes freschi, lieve approccio foxy e non molto di più. Al gusto conferma tutte le ipotesi: non molto allineato, espressione gustativa parziale, progressione breve, freschezza ed esuberanza sopra le righe, persistenza relativa. Frutto pulito, piacevole. Da rivedere tra qualche tempo. E’ uno Chambolle atipico, con estrazione superiore alla media riscontrabile in questa tipologia, più muscoloso, probabilmente grazie a una più rigorosa selezione in vigna.
82/100
Chateau de Puligny Montrachet – Saint-Aubin 2005
Saint-Aubin è una piccolissima denominazione di circa 160 ettari, a sud della Cote de Beaune, contraddistinta da terreni scuri argillosi.
Il vino disegna archetti più fitti e si presenta più cupo, impermeabile. Un altro atipico? Al naso è complesso, con note di viole, frutti di bosco maturi, ciliegie, polvere di caffè e note boisé. Al gusto ben bilanciato, diretto, tannino delicato e freschezza percepibile. La maggiore struttura di cui dispone è ammorbidita da un uso sapiente del legno, tuttavia è privo di orpelli e va dritto al piacere. Ruffiano ma non straordinario.
86/100
Domaine Antonin Guyon – Savigny les Beaune 2005
Savigny-les-Beaune è una piccola denominazione, a nord di Beaune; è divisa in due parti molto diverse tra loro: una è vicino a Pernand-Vergelesses, esposta a sud, con terreno ghiaioso e sprazzi di minerali ferrosi; l’altra parte si trova sotto il Monte Battois, e vi si trova un terreno sabbioso e comunque argilloso-calcareo.
Rosso rubino, permeabile e luminoso. Consistente. Al naso è floreale, con evidenti di violette, note di ribes, merde de poulle, cacao, pepe rosa. In bocca è equilibrato, telaio nitido e ritorno di more. Inaspettatamente si presenta corto, tannino centrato; studiato e piacione.
Domaine de Montille – Beaune Les Greves 2008
Limpido rosso rubino, permeabile come il più classico dei pinot noir. Al naso è molto floreale, viole, rose ma anche frutta rossa fresca, pepe bianco, speziatura dolce. Non colpisce per la particolare intensità, risulta tuttavia equilibrato e fine, stoffa tannica vellutata, freschezza non eccelsa.
90/100
Di Francesco Cannizzaro
Correlati