Apprendo da varie fonti che nella giornata di ieri ci ha lasciato il grande Franco, simbolo e custode di un’ idea che si chiama Brunello e che da sempre significa grande vino.
Proprio mentre l’Italia festeggia gli eventi più importanti del settore con Vinitaly, Vinnatur e Vini Veri questa notizia risulta ancora più amara.
Non ero presente al Vinitaly ieri ma leggo su Cronache di Gusto che la notizia è arrivata intorno alle 15.30 e si è diffusa subito fra i padiglioni.
Commozione.
Applausi.
L’Italia perde un altro “figlio prediletto”, un inventore, un innovatore (sua l’invenzione della ricolmatura delle vecchie riserve con vino della stessa annata) e consegna il testimone nelle mani del figlio Jacopo che avrà il compito di portare avanti il duro lavoro svolto fin quì e continuare a far sognare il mondo intero con il suo grandissimo Brunello.
Nell'immaginario collettivo di tutti gli appassionati del vino, le bottiglie del Brunello Biondi Santi sono sempre presenti nella collezione ideale che ciascuno vorrebbe possedere. Non molto tempo fa mi fu regalata una bottiglia di Tenuta Il Greppo del 2001: ebbi subito l'impressione, già al primo sorso, di aver fatto un errore. Avevo aperto la bottiglia troppo presto, percepii chiaramente che quel vino avrebbe potuto dare il meglio di sé bevuto qualche anno dopo. Nonostante questo rimasi affascinato dalla ampiezza olfattiva e gustativa di un prodotto che non necessita certo della mia sponsorizzazione. Ho fatto in modo di procurarmi un'altra bottiglia di Biondi Santi: stavolta farò in modo di non ripetere l'errore, sarò paziente: onorerò il lavoro del Maestro aspettando ancora tutto il tempo che sarà necessario.