Attualmente la situazione prevede che il nome possa essere utilizzato da vini elaborati in Francia, Belgio e Lussemburgo ma anche per quelli che rispettano norme emanate dallo stato membro per regolarne l’elaborazione. Quindi anche in Italia, o in Spagna, il termine può essere utilizzato. Bonera ci ricorda che sono solamente 8/9 i vini italiani che utilizzano questa dizione.
In Francia, spesso il termine Crémant è andato a sostituire il termine mousseux. Da sapere che quasi tutti i Crémant francesi hanno un tempo di permanenza sui lieviti che varia dai 9 mesi a un anno circa in media, molto al di sotto dei nostri Metodo Classico.
Auxerrois |
ALSACE – La regione più produttiva e il Crémant sembra essere il vino più apprezzato con una produzione del 22% nell’intera regione. Decreto del 1976. Ottenuto da chardonnay, riesling, pinot (gris, blanc e noir per i rosé) e auxerrois, che è un biotipo di pinot, a metà strada fra il blanc e il gris. Presente anche il klevener che non è altro che savagnin, progenitore del traminer e il savagnin rosé, invece progenitore del gewurztraminer. Vini comunque di grande freschezza, fragranza e leggerezza.
BORDEAUX – I vitigni in questo caso sono i tipici della zona bordolese, sia rossi sia bianchi, unitamente anche al colombard, l’ugni blanc (utilizzati per il cognac) e il merlot blanc. AOC del 1990.
BOURGOGNE – Crémant in crescita con un incremento annuale del 6-7%. AOC dal 1975. Pinot noir e chardonnay ovviamente i vitigni principali. Di seconda fascia, aligoté, gamay, melon e sacy.
JURA – AOC dal 1995. Vitigni principali savagnin e chardonnay per i bianchi e poulsard, trousseu e pinot noir per i rosé.
LIMOUX – Solo bianco con chardonnay e chenin blanc max 90% insieme. Oppure chenin min 20, max 40. Mauzac e pinot noir max 20% insieme. Pinot nero max 10%. Qui siamo davvero su calcoli complicati… AOC dal 1990.
LOIRE – AOC dal 1975, chenin blanc su tutto ma anche chardonnay. Da citare anche il pineau d’Aunis e il grolleau.
DE DIE – AOC dal 1993 con la tipica clairette >55%, muscat à petits grains (Canelli per intenderci) tra il 5 e il 10%, e infine aligoté blanc al max 10%.
SAVOIE – L’AOC più recente del 2014. un 60% di vitigni locali, jaquère al 40%, altesse e chardonnay insieme max 40%.
E finalmente arriviamo ai vini, purtroppo alcune AOC sono difficilmente reperibili e non abbiamo potuto degustare i vini di tutte le regioni citate… ma ci siamo consolati con un ottimo campionario! Tutti tra il paglierino intenso verso il dorato, non danno certo l’impressione di “vinelli leggeri” ma appaiono e sono poi spesso vini di buona struttura, nella loro categoria.
Al palato si conferma il lokum ma la dolcezza è lieve anzi si chiude con un finale secco.