di Giovanna Russo, sommelier e degustatore AIS

Invitate a casa vostra un piccolo gruppo di amici, preferibilmente buongustai e non astemi. Evitate, se potete, gli amanti delle sole ricette della mamma e coloro che decantano esclusivamente le bontà della propria regione.

Amalgamateli bene e accoglieteli con un ricco buffet: preparate loro un bel “aperivino”. Se non avete tanto tempo da dedicare alla cucina, non preoccupatevi, se proprio deciderete di fare tutto con le vostre operose manine non vi occorreranno più di due ore per la preparazione dei piatti che vi proporrò.

Ciò  che è fondamentale e che abbiate cura di trattarvi e di trattare bene i vostri ospiti! Non siete obbligati ad invitarli tutti i giorni ma se lo fate, selezionate solo prodotti freschi e di qualità in modo che la serata lasci nella loro memoria il ricordo del buono.

Quiche alle verdure, sfiziose frittatine ai carciofi e fettine calde di polenta taragna da accompagnare a un tripudio di formaggi: sono piatti semplici e gustosi, adatti anche a chi, in fatto di carni, ha adottato la filosofia dell’obiettore di coscienza. Riguardo ai formaggi, non dimenticatevi di servirli insieme a miele di castagno e composte di frutta. Decorate il tutto con mandorle, noci e fichi secchi.

Quali vini per questi piatti? La scelta è davvero vasta. Io per l’occasione ho provato due vini che tra di loro avevano in comune solo l’annata: il 2014. Si tratta del biologicissimo refosco dal peduncolo rosso “el ré” di Marco Sara e del sauternes “Domaine de Carbonnieu”dell’omonima azienda.

 

Marco Sara

Il refosco di Marco Sara è un vino schietto, semplice ma non banale, intenso e diretto con i suoi profumi di lamponi e ribes vivacizzati da una piacevole sfumatura silvestre. Di medio corpo, fresco e dal tannino discreto, l’ho trovato perfetto in abbinamento alle torte salate e al parmigiano reggiano da vacche rosse di collina.

Non semplice, invece, l’incontro del refosco con l’Ol Sciur, uno straordinario erborinato di capra prodotto in un paesino del bergamasco che si caratterizza per il profumatissimo rivestimento costituito da un mix di frutti di bosco e petali di rosa.

Infatti, se dal punto di vista olfattivo il connubio tra i due può funzionare per l’assonanza delle note odorose, al palato, però, il refosco ha senza dubbio la peggio nel confronto sulla persistenza. La lunga e dirompente scia aromatica dell’Ol Sciur lo copre in maniera irruenta, riuscendo a trovare pace nell’abbinamento col sauternes, in grado di rendere pan per focaccia a questo esuberante formaggio. L’intensa e persistente carica aromatica del sauternes e la sua decisa morbidezza, lo rendono il compagno migliore anche per il britannico Stilton blue di Thomas Hoe Stevenson, formaggio dal sapore deciso e dalle note piccanti con un piacevole e delicato finale amarognolo.

Il confronto tra i due vini si riequilibra nell’abbinamento con il Pont-l’éveque, un formaggio a crosta lavata prodotto in Normandia, dalla pasta morbida e profumata, che si accompagna bene sia al rosso friulano che al botritizzato francese.

In questo gioco del “trova l’abbinamento armonico” potrete coinvolgere i vostri amici che, se armati di gusto e curiosità, sperimenteranno con voi le varie combinazioni di cibi e vini alla ricerca del boccone perfetto.

Non mi resta quindi che augurare a tutti: buon aperivino!