Avviso ai lettori: se qualcuno tra voi quest’anno non è stato al Merano Wine Festival, con queste righe rischia di incrementare il rammarico per l’occasione mancata. Gabriele e io ci siamo stati e rispetto all’anno scorso – edizione dell’esordio per noi – ne siamo usciti ancora più appagati.
Il MWF è una costellazione di occasioni di crescita, confronto e conoscenza: a cominciare da Naturae et Purae, una piattaforma a cui è stata dedicata tutta la giornata del 9 novembre sulla quale si sono confrontati il mondo dei vini biologici e biodinamici con quello dei vini naturali. Oppure Bio&Dynamica, a cui Naturae et Purae era strettamente collegata, un banco di degustazione focalizzato sui vini naturali, biologici, biodinamici, PIWI e orange, animato da ben 105 produttori.
Molto gradita la Cooking Farm in piazza della Rena a Merano dove – tra le altre cose – è stato assegnato il premio Godio 2017 a Luis Haller e dove si è svolto Wild Cooking, il primo appuntamento italiano dedicato ai cibi fermentati. La Gourmet Arena, infine, è un plus di notevole attrattiva: 16 birrerie artigianali, 15 produttori di distillati e 67 artigiani con i loro prodotti uno più buono dell’altro. E non è un modo di dire.
Un evento in movimento e con lo sguardo rivolto al futuro: durante il MWF si è annunciato il progetto Vino Fico Festival, che si terrà presso la Bottega del Vino di Fontanafredda a Fico. I protagonisti saranno trenta giovani produttori (nati dopo il 1980) selezionati da Helmuth Köcher, provenienti da tutta Italia e che abbiano ricevuto l’Award The WineHunter Gold.
I cinque motivi
Perché pentirsi di non essere stati a MWF? Abbiamo provato a rispondere a questa domanda sintetizzando in cinque punti.
Perché il Merano Wine Festival è il padre di tutti gli eventi, come li conosciamo oggi: è stato il primo a realizzare un percorso sensoriale con un unico calice, e il primo evento in assoluto denominato Wine Festival. L’esperienza conta.
Perché è stato un evento completo, non un mero sbicchierare di vini. Elitario quanto basta (un pacchetto per quattro giorni può arrivare a costare 180 euro) ma non escludente. A tutto campo.
Perché l’ultimo giorno si è chiuso in bellezza, con la catwalk champagne: quaranta aziende con i loro prodotti migliori, un percorso effervescente di grande qualità. Garçon, Champagne!
Perché la Kurhaus è uno spettacolo di location, un luogo dove si respira la storia: con la nobile scalinata che accompagna il visitatore alla Kursaal, il salone principale dell’edificio, in ricco stile liberty. Fascino allo stato puro.
Perché The official Selection MWF 2017 di Helmuth Köcher è quanto di meglio si possa trovare: 380 produttori italiani selezionati cui si aggiungono quelli dell’Union des Grands Crus de Bordeaux e una rappresentanza di vini istriani, tra l’altro alcuni dei quali veramente sorprendenti. Top of the wine.
Conclusioni
Il Merano Wine Festival si avvicina molto all’evento perfetto. Qualcosa da migliorare c’è, certo: il calice con cauzione di 10€, per esempio, senza la certezza della taschina (terminate in tempi rapidissimi). Dettagli, che non inficiano una valutazione più che positiva per un’occasione mondana e professionale allo stesso tempo, in una cornice senza eguali.
Sono già note le date per l’edizione 2018: dal 9 al 13 novembre. Io, quasi quasi, me lo segno.