“…Brrr che freschino che fa. Ora andiamo che si è fatto tardi. Grazie di tutto, siamo stati benissimo e complimenti per il vino. A presto!”
Erano gli ultimi clienti, dai. Ben tre visite in cantina con tanto di degustazione, giretto nel vigneto e pranzo all’aperto. Ce la siamo cavata bene… mi pare fossero tutti contenti alla fine.
La vigna è bellissima quest’anno con questi germogli così alti… e menomale che ci siamo organizzati in tempo con la potatura. Certo con ‘sto caldo… mi pare dicevano due gradi e mezzo sopra la media. Sembra maggio inoltrato, altro che aprile!
Questo forte vento invece è strano e tra l’altro la temperatura si stia abbassando in fretta. Questa poi non è una zona ventosa…
Sono le 22 passate, il vento è ancora piuttosto teso e inizio a sentire seriamente freddo anch’io. Ci saranno sì e no dodici gradi, metto la felpa e vado a dare un’occhiata fuori. Il cielo è fantastico e le stelle brillano più del solito. L’aria si è pulita.
Sono un po’ preoccupato a dire il vero. Non ho detto niente a nessuno per non creare allarmismi ma questo tempo non è normale. Le viti sono fragilissime e se la temperatura dovesse abbassarsi ancora potrebbero esserci dei problemi.
O magari sono solo io, il solito vignaiolo ipocondriaco che si preoccupa se una delle sue piante ha una foglia più gialla delle altre. Speriamo nella buona sorte e andiamo a letto che domani la sveglia suona presto. Un giretto nel vigneto per vedere se è tutto a posto, e poi si continua…
Il testo che avete letto è un racconto inventato, pochi frammenti di una vita che non è la mia ma che mi sono immaginato, pensando agli amici vignaioli e a tutti gli agricoltori che in questi giorni hanno subìto forti danni.
Qualcuno si è salvato accendendo fuochi in vigna, forte di un’esperienza passata o per prontezza di spirito, o semplicemente per fortuna.
Tanti, invece, no.
Molto sull’argomento è stato già scritto e condiviso su Facebook, sia dai diretti interessati che da troppi altri.
Non è il caso di leggere un altro post con l’ennesimo titolo acchiappa click.
E francamente sarebbe di cattivo gusto.
Sì, perché la realtà si conta con danni per (dicono) almeno un centinaio di milioni di Euro, e perdite di interi raccolti dall’estremo nord fino alla Campania e alla Sardegna.
Ed è accaduto tutto in un attimo, in poche ore, solo perché l’anticiclone delle Azzorre ha preso la strada sbagliata verso la Norvegia, lasciando spazio a quell’aria gelida di soffiare da est, su tutta la penisola.
Donatella Cinelli Colombini nel suo blog spiega il tutto molto bene e con più dettagli e Cronache di Gusto invece delinea una mappa dei danni, regione per regione.
Insomma, cosa ne sarà di questo 2017. La vigna si riprenderà? La vendemmia si farà? Sarà peggio della 2014?
Ma smettiamola! Non sono un vignaiolo, un agronomo o un enologo.
Faccio un passo indietro ed evito di scrivere cazzate per rispetto di chi in questo momento si trova in forte difficoltà e si suda il pane con questo lavoro.
Con queste due righe volevo solo dire agli amici vignaioli “vi sono”, anzi “vi siamo vicini”.
Solo voi avete il diritto, se volete, di raccontare la vostra storia sulle gelate primaverili del 2017.
Oggi, io, mi limito a fare il blogger.