Ah, un doveroso SPOILER per i rossisti: i vini degustati sono solo bianchi. Non me ne vogliate, ma di bere rossi ad agosto in Sicilia…non me la sono proprio sentita.
Bianca di Evrò 2015 Rallo, Insolia dalla giusta sapidità, giustamente floreale, con un giusto tenore alcolico: sui gamberoni in crosta di semi di sesamo si è consumato un felicissimo (e giusto) matrimonio enogastronomico.
Notevole di Rallo anche Carta d’oro, blend di vitigni autoctoni (ma non chiedetemi quali siano): cucunci di Pantelleria e una salina del trapanese. Quando si dice il terroir nel bicchiere.
Grillo 2015 Principi di Butera.
Ananas e cedro sono il biglietto di presentazione di un bianco che fa
dell’acidità e della sapidità i suoi punti di forza. Ogni sorso è
caratterizzato da da acidità e tanta sapidità, il tutto in un contesto
di piacevole equilibrio.
Chiusura con i vini di Fina, un’azienda di Marsala che ci ha sempre incuriosito per una produzione che strizza l’occhio ai vitigni francesi e, sebbene ampia, mantiene un livello di assoluta qualità. Tempo fa sgranammo gli occhi per il loro passito di Grillo, El Aziz; è stato piacevole riscoprire oggi il Sauvignon blanc 2015, bianco decisamente franco che non raggiunge le “pungenze” (si può dire?) dei cugini trentini, ma è altresì ammorbidito dalla latitudine sicula. Seducente.
Standing ovation a Fina per il Kebrilla, un grillo roccioso, caldo e profondo come un tramonto estivo dal castello di Erice.