La redazione di Appunti di Degustazione non ha mai fatto nulla per nascondere l’amore per la Sicilia su queste pagine e l’estate appena trascorsa ha aggiunto anche il sottoscritto alla schiera dei devoti alla Trinacria.
La storia e la cultura, la cortesia e le tradizioni, la totale assenza di fretta e il calore umano tipici del Sud Italia sono piacevoli sensazioni che si avvertono nei luoghi storici, nei discorsi con la gente del posto e in tavola. Le senti a pelle, le respiri. Puoi toccarle con mano.
Noi abbiamo voluto anche berle e ne è emersa una forte personalità dei vitigni autoctoni, ancor più nei vini monovitigno.
Ah, un doveroso SPOILER per i rossisti: i vini degustati sono solo bianchi. Non me ne vogliate, ma di bere rossi ad agosto in Sicilia…non me la sono proprio sentita.

Bianca di Evrò 2015 Rallo, Insolia dalla giusta sapidità, giustamente  floreale, con un giusto tenore alcolico: sui gamberoni in crosta di semi di sesamo si è consumato un felicissimo (e giusto) matrimonio enogastronomico.
Notevole di Rallo anche Carta d’oro, blend di vitigni autoctoni (ma non chiedetemi quali siano): cucunci di Pantelleria e una salina del trapanese. Quando si dice il terroir nel bicchiere.

Murgo Extra brut. 70 mesi sui lieviti per una bollicina tagliente come le katane di Hattori Hanzo e di Goemon. Leccate una pietra lavica o mordete un agrume e capirete cosa si prova a bere questa eccellenza etnea.
Il Miano 2014 di Castellucci Miano regala tenui sferzate di macchia mediterranea, pesca bianca e tendenze acerbe. Un Catarratto sapido e pungente.

Etna bianco 2015 Cottanera. Paglierino tenue alla vista e delicato nell’esordio in bocca, esplode di freschezza agrumata di mandarino e diventa incontenibile nel crescendo minerale e sapido.
Bianco di Nera Az. Agr Milazzo. Miele, zagara e pera Williams la fanno da padroni in questo bianco mosso, perfetto in un aperitivo al tramonto in riva al mare.

 

Grillo 2015 Principi di Butera.
Ananas e cedro sono il biglietto di presentazione di un bianco che fa
dell’acidità e della sapidità i suoi punti di forza. Ogni sorso è
caratterizzato da da acidità e tanta sapidità, il tutto in un contesto
di piacevole equilibrio.


Chiusura con i vini di Fina, un’azienda di Marsala che ci ha sempre incuriosito per una produzione che strizza l’occhio ai vitigni francesi e, sebbene ampia, mantiene un livello di assoluta qualità. Tempo fa sgranammo gli occhi per il loro passito di Grillo, El Aziz; è stato piacevole riscoprire oggi il Sauvignon blanc 2015, bianco decisamente franco che non raggiunge le “pungenze” (si può dire?) dei cugini trentini, ma è altresì ammorbidito dalla latitudine sicula. Seducente.
Standing ovation a Fina per il Kebrilla, un grillo roccioso, caldo e profondo come un tramonto estivo dal castello di Erice.