Non bevevo a cena un Refosco dal peduncolo rosso da molto tempo. Anni fa, frequentando una piccola e popolare osteria a Milano, mi capitava spesso di berne, poiché il proprietario ne aveva uno molto artigianale, ma anche molto buono e quando entravo nel locale già sapeva che vino avrei bevuto, non aveva bisogno di chiedere.
Il nome “Refosco dal peduncolo rosso” appare per la prima volta attorno al 1870, quando gli ampelografi iniziarono a distinguerlo dagli altri Refosco.
Il vitigno ha parecchi parenti noti: innanzi tutto il terrano, il marzemino e il lagrein e vi è parentela anche con la corvina veronese e la rondinella. Deve il suo nome alla colorazione particolare alla base del raspo ed è presente in Friuli Venezia Giulia, Veneto e lungo il confine con la Slovenia.
Dalla cantina ho tirato fuori il Refosco 2011 di Livio Felluga, nato nel 1914, un nome che molti – a ragione – associano alla tradizione vitivinicola friulana di qualità. Livio trasferì negli anni quaranta la produzione da Isola d’Istria al Friuli, nel nome dell’amore e della devozione per la terra. Gli ettari vitati, oggi, sono 155 ed i figli oggi rappresentano la quinta generazione di viticoltori. Un esempio importante e non solo per la regione ma per tutto il Paese. L’azienda è nota soprattutto per i vini bianchi, in particolare per il Terre Alte; tuttavia il Refosco che ho provato, ve lo garantisco, non merita minore fama.
Il colore è un bel rubino a tratti quasi porpora, gioviale ed invitante. Annusandone i profumi si possono cogliere sentori di frutta rossa, more e marasche, accompagnati dolcemente da un sottofondo terroso lieve.
Al palato ha una forza di fondo racchiusa in un sorso davvero morbido: tannino piacevole ed energia acida ben amalgamata. Si dispone ben in bocca, invita con facilità al sorso successivo. Non stanca, non sgomita ed il finale è lungo e fruttato.
Lo consiglio in abbinamento ad una costata di manzo alla brace: sarà un bel modo per scoprire o riscoprire un vitigno dalle grandi potenzialità.