“Questo vino è come una magia al contrario, in cui è il coniglio ad estrarre dal cilindro il mago e non viceversa. È il Vermentino prodotto da Audarya, pensato per sorprendervi ed incuriosirvi ogni volta. Un po’ come attraversare lo specchio, seguendo il coniglio bianco, e trovare giusto il vino che avete sempre desiderato.“.
Si presenta così, con questa didascalia dal sapore di favola in retroetichetta, il Vermentino Audarya. Già l’etichetta, d’altronde, sovverte i luoghi comuni: non c’è un mago a tenere il cilindro ma un coniglio dallo sguardo sornione E nel cilindro, effettivamente, c’è una sorpresa.
Un vermentino che ha sì le caratteristiche tipiche del vitigno in terra sarda, con dei doverosi distinguo che lo differenziano comunque dai vini di Gallura, più sapidi ed anche più caldi.
Audarya infatti sorge a Serdiana, nel sud dell’isola, in provincia di Cagliari. Enrico Pala ed i figli Salvatore e Nicoletta hanno dato un nome sanscrito all’azienda, che significa “nobiltà d’animo”: perché è con spirito, pure, che vogliono fare impresa, con dedizione e trasparenza. Non conosco gli altri prodotti, ma con questo vermentino ci sono riusciti, trasmettendo una purezza con un linguaggio tutto nuovo. A partire dai profumi, esotici ed agrumati e sostenuti da un sottofondo che in un primo momento credevo figlio di un uso accorto del legno, salvo poi scoprire che si tratta probabilmente di una breve ma azzeccata sosta sulle fecce fini.
Il gusto è piacevole con brio, molto ben allineato a quanto si percepisce al naso; agile eppure di corpo, rimane ben saldo sulla corda di una acidità sempre sugli scudi. Equilibrista di gran pregio, accompagna bene piatti di pesce strutturati, come lo stoccafisso accomodato.