Già da qualche anno I vini del Veneto aprono la stagione di Go Wine a Milano, appuntamento che si è tenuto lo scorso 29 settembre al Michelangelo Hotel. 
È un evento che noi di Appunti di degustazione non vogliamo perdere per diversi motivi: è l’occasione di rivedere vecchi amici dell’enomondo, farsene di nuovi e – naturalmente – fare degli assaggi di qualità. 
Prima di parlare della cronaca della serata, un po’ di numeri sul Veneto ve li dovete sorbire ma non temete, sono i numeri giusti e soprattutto sono quelli importanti: nel 2014 la produzione di vino si è assestata intorno agli otto milioni ettolitri, prima regione italiana per quantità, nonostante un calo di oltre il 10% rispetto al 2013 (dati ISTAT). In Veneto si produce, quindi, tanto vino ma se ne produce anche di numerose tipologie, sebbene le aree che fanno la voce grossa sono sostanzialmente due: il Prosecco e la Valpolicella. Ma attenzione: anche la qualità non scherza nelle altre zone della regione: dai Colli Euganei a Breganze, dai Colli Berici a Gambellara passando per il Garda ed il Soave. Ce n’è per tutti i gusti.

 

Nel corso della serata il Presidente di Go Wine Massimo Corrado ringraziando le aziende presenti all’evento ha introdotto tre esponenti dell’enomondo: Massimo Zanichelli, Mauro Giacomo Bertolli e Aldo Lorenzoni. Sono stati tre brevi interventi che sintetizziamo così:
Mauro Giacomo Bertolli, giornalista enogastronomico curatore – tra le altre cose – della rubrica Andar per vini sul Sole24 ore: La serata dedicata ai vini del Veneto è significativa per tipologia e per varietà di vini proposti. In queste degustazioni si possono contare molti produttori presenti e non solo sommelier e ritengo che sia molto significativo, la loro presenza è importante e arricchisce ulteriormente l’evento.
Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio Lessini Durello: il Veneto lo troviamo poco sulle guide eppure esprime uno dei maggiori fenomeni enologici nazionali. Immaginate una carta dei vini di soli vini veneti, pensate alle bollicine, ai rosati del lago di Garda, ai bianchi storici, ai rossi freschi e più importanti. Avremmo una carta completa e di qualità.
Massimo Zanichelli, winewriter, documentarista e tra i curatori della Guida dell’Espresso: col Veneto ho un rapporto quasi intimo, consolidato di anno in anno nei giri tra le cantine. Nel mio film “Sinfonia tra cielo e terra” accompagno lo spettatore tra le più importanti realtà del Veneto. Il vino ha un ruolo speciale: mette in relazione persone che magari mai si parlerebbero nella vita. 

Tre brevi interventi ma significativi. E tre brevi note, altrettanto significative, tra i tanti nomi presenti al Michelangelo Hotel. Tre nomi da segnare nella to drink list:

Lessini Durello Brut: leggero, brioso, tanta soffice effervescenza. Al palato ci è sembrato molto più vicino all’extra dry che al brut ma la facilità di beva di questo spumante non si discute.

Ca’ Biase Vespaiolo 2014: profilo nitido di fiori bianchi. Acidità spiccata e finale ammandorlato. Vino da abbinamento e giammai da aperitivo. Nota di merito per la freschezza infinita.

Ancilla Lugana La Ghidina 2006: la sorpresona della serata. Turbiana in purezza; ossidazione controllata e piacevole, complessità all’olfatto, profondità e grassezza in bocca. Il vino che non ti aspetti.