Gran parte della fase degustativa è stata curata direttamente da Cernilli, coadiuvato da una ventina di collaboratori.
Per ciascun vino sono evidenziate le uve e il sistema di affinamento o di maturazione, oltre che il prezzo indicativo in enoteca. Il criterio di valutazione scandaglia il profilo aziendale, con un punteggio che va da zero a tre stelle, quello qualitativo su ogni singolo vino espresso in centesimi e quello sul rapporto qualità/prezzo, valutazione quest’ultima sulla quale – credo – ci sarebbe molto di cui discutere.
Numeri, ché i numeri non mentono mai: 876 aziende selezionate e valutate; 2.168 vini con un punteggio qualitativo in centesimi; 11 premi speciali a vini e aziende.
Erano presenti ben 130 produttori, impegnati in una degustazione gratuita ed aperta a tutti previa registrazione.
Noi di Appunti di degustazione ci siamo stati: in particolar modo Emma Assi ha assaggiato diverse cose. Di seguito le sue note: prendete appunti!
Tra i numerosissimi assaggi, eccovi uno spaccato dell’Italia centrale!
Castello di Semivicoli, Trebbiano d’Abruzzo D.O.C. 2013 Colore giallo paglierino con riflessi verdolini tipico del vitigno. Piacevoli e freschi sentori minerali e vegetali caratterizzano il naso, sopperendo alla scarsità di precursori aromatici intrinseca nel vitigno. Agrumato e fresco in bocca, ha grande agilità di beva, ma senza essere troppo sfuggente.
Particolare nota fumée che in bocca diventa quasi amaricante. Il sorso caldo e alcoolico, viene piacevolmente rinfrescato dalla marcata acidità. Il tannino è ancora rude e intrecciandosi con la struttura crea una trama ferrosa e terrosa.
Un vino promettente, che mi lascia letteralmente quell’ “amaro” in bocca per non poterlo assaggiare al culmine della sua espressione… problema risolto, ne vedo già una bottiglia a maturare nella mia cantinetta.
Oggi in degustazione c’è il Brunello di Montalcino 2010, selezione Prime Donne, dove le prime donne sono le cantiniere, tutte donne, enologa compresa, creatrici e promotrici di un’eccellenza tutta in rosa.
Beh, si sa, noi donne siamo complicate, per capirci ci vogliono tempo e dedizione costante, quindi non mi stupisco che questo brunello mi abbia dato filo da torcere. Sia al naso che in bocca, mi ha richiesto tempo e diversi assaggi per entrare in sintonia, capirlo e apprezzarne l’eccellente qualità.
L’intento produttivo, ci spiega Donatella, è di ottenere un Brunello più simile a quelli tradizionali, fini e lunghi, vini ispirati alla Borgogna più che a Bordeaux. Idea che si esprime in un naso profondo, che rivela tutta la sua complessità solo se ci si tuffa letteralmente nel calice.
Inizialmente alcoolico e fruttato, ci regala, poi, note di fiori appassiti, tamarindo, carruba, china, nonché sentori terziari di pellame. In bocca è fresco e il tannino longevo, ma sono equilibrio e finezza le sue qualità indiscusse. Un Brunello giocato sull’eleganza e non sull’opulenza; un brunello non fatto “per” le donne e quindi piacione, ma fatto “dalle donne”, quindi fine ed elegante.
Le macchiole 2013 – Merlot, Cabernet, Syrah – Inizialmente chiuso e delicato, ma con voglia di comunicare. Pian piano sprigiona profumi di ciliegia e sentori vegetali, cioccolato e note balsamiche in evoluzione.
Bella spinta e pienezza in bocca, per un sorso nervoso e verticale. Freschezza e tannino da giovane rampante, persistenza da vendere… quali migliori caratteristiche per crescere e maturare nel migliore dei modi.
Asparagi, cavolo, ciliegia. Sorprende per la tridimensionalità della beva, il sorso ha una trama tannica e polverosa, masticabile. La corrispondenza con il naso è perfetta, ravvivata da una freschezza così potente da essere quasi definita “schiumosa”.
Un vino che nella zona si distingue per originalità, oltre che per qualità.