
Dopo un iniziale momento di incertezza ho deciso di assecondare la scelta ed ho stappato la bottiglia per cena. Non si trattava un vino completamente inedito per me, poiché lo avevo provato al Vinitaly lo scorso marzo (potete leggere qui cosa ne scrivemmo). Tuttavia ero molto curioso e ho cercato di dimenticare le sensazioni positive che mi aveva dato in occasione del nostro primo assaggio. Bene, non sono affatto rimasto deluso.
Non voglio giungere a dire che sia un piccolo Brunello, perché del Brunello non ha la potenza e l’estensione olfattiva ma… poco ci manca! Il vestito è rubino e vi assicuro che è molto luminoso. L’approccio al naso è inizialmente timido, ma qualche rotazione del calice ed ecco le prime note di ribes e visciole, poi cacao e grafite, connotazione di tabacco molto piacevole. Man mano che ossigena le note balsamiche sono sempre più evidenti ed i sentori fruttati sempre più nitidi. Il sorso è goloso, molto ben sorretto da viva acidità e tannino raffinato. Direi che la corrispondenza gusto olfattiva è totale e che il finale è appagante. Appagante, sì: è la parola giusta.
Si abbina molto bene con un piatto tipico toscano, i pici al ragù.
Sfortunatamente nel mio piatto non c’era nulla del genere ma vi garantisco che i miei calici me li sono goduti lo stesso: il mio intuito vinoso non ha sbagliato e tornerò a dargli retta, statene certi!