Gli enoturisti che amano il Belpaese possono contare già da qualche anno sull’apporto fornito da Cantine d’Italia, la guida di Go Wine con oltre 670 cantine selezionate, 236 “Impronte d’eccellenza” per l’enoturismo, oltre 3.500 vini segnalati e 1.500 indirizzi utili per mangiare e dormire. Numeri ma anche contenuto, per un prodotto editoriale che si ispira ai principi dell’associazione, curato dalla redazione Go Wine, con la collaborazione di alcuni corrispondenti, dei delegati Go Wine in Italia e del giornalista Massimo Zanichelli.
Mercoledì scorso all’Hotel Michelangelo di Milano è stata presentata l’edizione 2015 della Guida, e durante l’evento sono stati conferiti sei “Premi Speciali”, destinati a Resort e Tavole aziendali d’eccellenza, vini “storici” e “autoctoni”, EnoArchitetture.
Ecco i premiati:
Premio “Alto Confort” per il Relais aziendale dell’anno
Villa Cordevigo Wine Resort – Vigneti Villabella (Cavaion Veronese, Veneto)
Villa Cordevigo Wine Resort – Vigneti Villabella (Cavaion Veronese, Veneto)
Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno a
Ristorante Massimo Camia – Cantina Damilano (Barolo, Piemonte)
Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno a
Tenuta di Castelbuono di Tenute Lunelli (Bevagna, Umbria);
Premio “Autoctono si nasce” al
Valle d’Aosta Donnas – Caves Cooperatives de Donnas (Donnas, Valle d’Aosta);
Premio “Buono… non lo conoscevo!” alla
Vernaccia di Oristano Antico Gregori – Contini Attilio (Cabras, Sardegna);
Premio “Vini Storici d’Italia” al
Cirò Rosso Classico – Librandi (Cirò Marina, Calabria).
La presentazione naturalmente è stata impreziosita da un banco d’assaggio di tutto rispetto. Ecco una sintetica rassegna, curata per voi dall’InVinato Speciale in missione di perlustrazione:
Venica & Venica Collio Sauvignon Ronco delle mele 2013: naso vegetale, franco, linearità e pulizia stilistica saltano subito al… naso nonostante ci sia stato servito un po’ caldo. Da riprovare a temperature più adatte, potrà di certo riservare altre piacevoli sensazioni.
Suavia Soave Monte Carbonare 2012: piacevole interpretazione di garganega in purezza: Vino originale a partire dalla bottiglia, tipo porto, fino al nettare che ci ritroviamo nel calice: una beva snella, immediata e ampia, leggiadra nei profumi di melone cantalupo e pompelmo rosa. Tredici per cento di alcol, per nulla percepiti, che buon vino!
Ca’ del Bosco Franciacorta Cuvèe Annamaria Clementi Millesimato 2005: naso poliedrico eppur pulito, profumi netti di pasticceria, pera kaiser espansa in frutta a polpa bianca. La spinta acida è notevole, ma già ottimamente integrata. Uno Spumante con la S maiuscola, ma anche la C di Campione gli si addice alla perfezione.
Majolini Franciacorta Pas dosè Aligi Sassu Millesimato 2006: gesso, mela smith e crosta di pane caratterizzano l’assaggio di questa bollicina per nulla piaciona, tagliente come una katana per tutta la bevuta. Con le sue invitanti spigolosità ci sfida a un duello… all’ultimo assaggio, e noi non ci tiriamo certo indietro. Ci piace ci piace ci piace.
Venica & Venica Collio Sauvignon Ronco delle mele 2013: naso vegetale, franco, linearità e pulizia stilistica saltano subito al… naso nonostante ci sia stato servito un po’ caldo. Da riprovare a temperature più adatte, potrà di certo riservare altre piacevoli sensazioni.
Suavia Soave Monte Carbonare 2012: piacevole interpretazione di garganega in purezza: Vino originale a partire dalla bottiglia, tipo porto, fino al nettare che ci ritroviamo nel calice: una beva snella, immediata e ampia, leggiadra nei profumi di melone cantalupo e pompelmo rosa. Tredici per cento di alcol, per nulla percepiti, che buon vino!
Le Due Terre COF Sacrisassi rosso 2012: vino pensato e lavorato con intelligenza, barriques esauste per accompagnare la maturazione di schioppettino (uva di per sé molto tannica) e refosco. Tannino dunque perfettamente addomesticato e un colore meraviglioso suonano da Dio in uno spartito gustativo di frutti rossi, terra bagnata, muschio e pot pourri. Uno dei migliori assaggi della serata.
Oasi degli Angeli Kurni 2012: come ho fatto a non capirlo prima… dopo l’assaggio mi sono chiesto se questo vino provenisse da un posto alieno, ultraterreno; poi, fissando lo sguardo sul monitor, ho capito che la risposta è nel nome dell’azienda: Oasi-degli-Angeli, un paradiso nel paradiso. Unica la sua consistenza, tenue eppur ricca di frutto, quasi masticabile. Un cesto di fragole appena raccolte alle prime luci dell’alba, con le gocce di rugiada ancora lì sulle foglie. Un respiro a pieni polmoni in uno sterminato campo di fiori rossi. Mangiare un melograno davanti a un camino in autunno inoltrato. Il Kurni non ha profumi, ha visioni. Indimenticabile.