Dopo un fine settimana on the rocks dove la sveglia ha suonato alle 6.00 (!) invece che alle 7.30 come tutti i santi giorni lavorativi, mi ritrovo la sera del lunedì in stato larvale e con un neurone in solitaria che implora pietà… Fortuna che questa è la serata “Paolo Scavino“! 

E sì, sono tre i barolo ante millennio che “tasteremo” di fronte a svariati taglieri di salumi e focaccine.

Barolo 1997
Barolo Carobric 1997
Barolo Bric del Fiasc 1999
Magari mi riprendo…

Scavino vuole che sia l’impronta territoriale a caratterizzare i suoi vini quindi vinifica nello stesso modo le diverse produzioni e, presumo, con le stesse rese.
Pronti a gustare?
Andiamo!


Barolo 1997
Annata calda il ’97 che regala un colore colore granato che vira sul mattone, stranamente intenso e concentrato; un po’ di residuo non mi spaventa.
Naso cupo su amarena e ribes con nota balsamica in bella mostra, accompagnati da caffè di torrefazione e decotto di rose.
In bocca, che potenza! 
Pur non avendo un tannino imponente, ha una gran presenza ma soprattutto una gran freschezza in relazione all’anno. Corposo ma non robusto, parliamo di un ’97 da bere in tavola, il che è una gran cosa.
Tenore alcolico lievemente fuori fase ma migliore con in minuti.
Può esprimersi meglio? Per me è già al massimo e mi piace per questo suo bilanciamento tannino-freschezza.

Il Carobric 1997 mostra tratti ancora più atipici per un barolo come note di selvatico e animale, quali caratteristiche principali, unite a una decisa speziatura che lo connotano come vino ‘scuro’, carico; amarena marasca nell’espressione più matura insieme a sbuffi di sigaro e caffè completano un naso molto interessante.
All’assaggio lo trovo decisamente più lineare con acidità meno spiccata, e per questo molto equilibrato, con ritorni di rosa e caramello su finale balsamico al caffè. 
Elegante espressione di barolo.
Bric del Fiasc 1999
Granato scuro, quasi impenetrabile mostra un naso scurissimo di spezie, molta china, nota ferrosa e forte componente aromatica e balsamica da erba officinale, rosmarino soprattutto.  Liquirizia e cannella emergono col trascorrere dei minuti
Amarena, sì. Mora? Anche… l’ho detto che era “nero”!
Annata probabilmente più in linea con la media della zona e infatti la bocca è ancora soltanto ‘pronta’ bilanciata sì ma vivissima, energica dal tannino più ruspante e con alcuni anni davanti.
Una differenza tangibile rispetto ai ’97.
Finale non lunghissimo su buccia di mandorla.
Tirando le somme il barolo base non dico che spicca ma fa una gran figura. Sarei curioso di conoscere la differenza di prezzo tra i vini degustati, ma forse resisterò alla tentazione di verificare poiché – dopotutto – di fronte a vini così buoni il prezzo è spesso un dettaglio relativo. Prosit!