Frappato

Alcuni vitigni portano con sé i caratteri della complementarità: per connotati naturali, intesi quelli che la natura gli ha dato, o semplicemente per tradizione, perché si è sempre fatto così. Per fortuna nella nostra bella Italia non si finisce mai di sperimentare e così i vitigni un tempo accessori spesso prendono il centro del palcoscenico, per non lasciarlo più.

Sto pensando a uve come il ciliegiolo, partner storico del sangiovese, o il catarratto, per esempio, re incontrastato in Sicilia, utilizzato anche per i vini base del Marsala.

Restando in Sicilia, molti di noi hanno bene in mente l’autoctono frappato e ricordano il suo ruolo di complicità con il nero d’Avola nella costituzione dell’unica (per ora) DOCG siciliana, il Cerasuolo di Vittoria. Presente in tutta l’isola, in particolar modo nel ragusano, il frappato ha già da un decennio superato la fase del complesso di inferiorità rendendosi protagonista in purezza di alcune ottime espressioni.

In passato ho bevuto alcuni frappato e in effetti mi avevano convinto per stile, purezza, per fedeltà all’approccio mediterraneo che il vitigno porta con sé (a proposito di connotati naturali). Rubino vivaci, profumi di fragoline e marasche soprattutto, gusto spedito e bevibilità di pregio. Certo, bene.

Ma quando ho assaggiato il Frappato 2015 di Feudi del Pisciotto, ho avuto la sensazione di non aver compreso ancora bene le potenzialità di questa uva. L’ho provato alla cieca e non mi ci sono avvicinato nemmeno un po’: i profumi hanno le impronte fruttate del frappato che conoscevo ma qui sono conditi da una salinità che – a posteriori – posso definire siciliana. Il bouquet possiede una sferzata animale che ti fa pensare al pinot nero di Borgogna, e il sorso si sofferma con grazia e costanza al palato, imprimendolo di ritorni evoluti. E piacevoli.

Affinato per dieci mesi in barrique nuove e di secondo passaggio, fa scorgere con abilità – tutta di manico – l’essenza di un tocco boisé, senza scadere nel tranello del vanigliato a tutti i costi ma, anzi, valorizzando alcuni dettagli speziati propri del frappato.

Un bel vino, uno di quei calici che ti fanno capire, una volta di più, che il vino è ricerca.