Il Vinitaly 2014 e il suo strascico di eventi, convegni e degustazioni è appena trascorso e posso finalmente dedicarmi a questo post che merita la dovuta attenzione.
Viniacasamia è ormai un appuntamento fisso per quanto mi riguarda. Almeno finché Marco continua ad invitarmi.
Anche questa volta l’ha fatto e quindi ho l’onore (tanto) e l’onere (poco) di presentarvi il mio punto di vista sulla serata.
2 Aprile ore 19.30 la casa si riempie velocemente; alle 20.30 saremo almeno quaranta, la serata d’altronde è di quelle da non perdere!
E infatti Ampelio Bucci è lì, baffi compresi, a raccontarci i sui vini insieme a Mauro Fermariello.
Ne fa quattro, due rossi e due bianchi e li porta tutti.
Rompiamo il ghiaccio come sempre:“Sai come funziona. Lì c’è il vino, là il bicchiere”.
Iniziamo dal Bucci 2011 Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc, il base della casa.
Cristallino giallo paglierino presenta un naso, sottile ma distinto, floreale su camomilla e margherita ma soprattutto frutta bianca e gialla come pesca. Interessante la nota finale di frutta secca alla mandorla.
Gradevole la progressione in bocca dove l’acidità viene pian piano avvolta dalla sapidità che si spande sul finale diventando appagantissima. Gentile, equilibrato e fine.
Che dire di più? Un base (?!) che è un biglietto da visita esemplare. Se considerate poi che può essere acquistato anche nei maggiori supermercati direi che non potete farvelo scappare.
Siamo nel vivo adesso ed Ampelio e Mauro raccontano il progetto editoriale edito da Mondadori “Andar per cantine” che prevede al momento tre differenti libri su Barolo, Valpolicella e, ovviamente, Marche.
Ho quasi rischiato il linciaggio provando a strappare la copia sul Barolo…
E’ il momento dei rossi; e sì, Ampelio consiglia questa progressione. E infatti il primo rosso, il Villa Bucci 2012 Rosso Piceno viene servito da frigo; “a me piace così” ci dice.
Blend di montepulciano e sangiovese gioca su un naso di frutta rossa fresca di ciliegia, fragola e mirtilli. Subito dopo nota speziata dolce alla cannella e cenni di sottobosco; nota verde sul finale non fastidiosa non troppo fastidiosa.
Anche questo è davvero gradevole e rinfrescante come dovrebbe essere. In bocca è piuttosto fresco con morbido tannino centrale e nota alcolica equilibrata (consideriamo che è servito freddo). In bocca è anche più espressivo in generale sebbene si perda sulla persistenza del finale.
Un rosso estivo in definitiva, fresco, beverino, ottimo compagno di una brace veloce sotto l’ombrellone.
Durante la serata Ampelio ci racconta le sue Marche e la storia della sua azienda che ha risollevato durante il corso degli anni 70. “Nelle Marche siamo partiti un po’ indietro ma questo ci ha dato la spinta giusta per migliorare costantemente.”
Elogia il verdicchio come vitigno fra i più interessanti d’Italia. E parla in generale, non solo dei suoi vini…
“La nostra Doc è molto limitata e questo è un grande pregio; si riesce a gestire molto bene” a tutto favore di una media qualitativa elevata, aggiungo io.
E mi fermo qui; è meglio non introdurre il discorso sulle Doc italiane…
Il Re della serata è ovviamente il Villa Bucci riserva 2009.
“Per un grande vino bianco occorrono terreni calcarei. Inutile aspettarsi bianchi importanti senza. Non dico di essere al livello dei migliori riesling ma garantisco venti anni di vita (al riserva)!”
E a scorrere il suo sito ci si rende conto che Ampelio sta parlando con cognizione di causa se propone ancora annate storiche dal 1983 a salire.
E’ la prima volta che lo provo e c’è talmente tanta gente adesso che quasi devo sgomitare per trovare un angolino calmo.
Colore intenso giallo paglierino con tenui sfumature verdoline.
Questo verdicchio ci comunica di salsedine, di sferzata fresche di note iodate, di un vasetto di frutta sotto spirito, di fiori freschi, di spezie dolci e per finire miele. Semplicemente eccellente.
Grandissima e precisa la successione dei profumi.
Bocca sapida di pietra focaia, soprattutto se appena aperto.
E’ un vino che richiede ben più di qualche riga ma che sprigiona una forza e una personalità con pochi eguali.
E’ un po’ l’immagine di Ampelio stessa; appassionato ed appassionante.