Quante volte però ci è capitato di imbatterci nel classico “Da Mario Ristorante Italiano Pizza Napoli” per poi scoprire che il titolare è il signor Wang, il pizzaiolo si chiama Ciro Mohamed col suo bel forno elettrico, il piatto del giorno è il sushi e la frutta di stagione un bel carpaccio di ananas a km zero (nel senso che proviene dall’ingrosso dietro l’angolo)?
Diffidenti come neanche San Tommaso, abbiamo perciò assaggiato i vini della sempre sorridente Rossella Mastrotto, e come sempre il calice ha fugato ogni dubbio. Bianco, rifermentato e metodo classico hanno un comune denominatore: sono vere e proprie spremute di vulcano (Volcanalia era una festa che i romani dedicavano ogni 23 agosto al dio dei vulcani, alla conclusione di tutti i raccolti) . Un gradino sopra gli altri il Marameo, bianco fermo che possiamo racchiudere in tre parole: zolfo, ginestra e noce. Un piccolo gioiellino da goderne ora come in futuro, per studiarne l’evoluzione. Per il Marameo dunque scatta inevitabile l’operazione #cassadasei!
Sulle nostre pagine non siamo soliti ripeterci, il mondo di cui scriviamo è talmente vasto che non si finisce mai di scoprire cose nuove, ma visto che non abbiamo alcun legame di parentela con Paganini (che non ripeteva mai i brani eseguiti), ci piace far conoscere a quante più persone possibile la storia di Alberto Giovanetti e Paolo Marescotti, due simpatici signori che si sono messi in testa di cercare in giro per l’Europa i distillati più buoni e particolari, creando Bottega degli Spiriti. Tempo fa vi parlammo del Beara Ocean gin, stavolta invece a lasciarci di stucco è stato il gin irlandese Shortcross, che probabilmente non vi suonerà nuovo, ma sappiate che Alberto e Paolo sono stati tra i primi a importarlo in Italia. Prodotto con un alambicco unico al mondo, creato appositamente, Shortcross è un gin equilibrato, elegante, sorprendentemente morbido: perfetto nei cocktail, incomparabile bevuto liscio. Non contenti delle chicche trovate in giro, Alberto e Paolo hanno deciso di creare un gin tutto loro, facendoselo produrre da una vecchia distilleria in una località super segreta nel pavese, e lo hanno chiamato Distinto per un motivo ben preciso. Tra le botaniche di questo gin c’è il butterfly pea, un fiore thailandese dalla forte tonalità viola, che dà appunto colore al gin. Fin qui nulla che non abbiate già visto, ma la particolarità sta nel fatto che il colore del gin cambierà in base alla acidità della tonica che utilizzerete per il vostro cocktail. Un piacere per gli occhi e per il palato, oltre che per l’umore.