La notizia del furto dalle cantine a Pantelleria di circa sei quintali di uve zibibbo in appassimento appartenenti all’azienda Marco De Bartoli ha suscitato rabbia e scalpore tra i winelovers italiani.

Non è tanto per il danno economico in sé, ogni quintale di uva può essere pagato fino ottocento euro: il furto, avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 settembre, è un insulto alla lavoro e alla dedizione della cantina e priva gli appassionati del Bukkuram 2018, un vino apprezzatissimo e molto ricercato.

L’ignobile sottrazione ricorda altri analoghi casi di sabotaggio nel mondo vinicolo: nel dicembre del 2012 dieci botti di Case Basse di Soldera, per un totale di oltre 625 ettolitri, furono svuotate nella notte: fu arrestato un ex dipendente che disse di aver agito per vendetta. Quattro anni dopo fu Conte Vistarino a essere colpita, con analogo modus operandi, questa volta con ben 5.300 ettolitri di vino perduti.

Quello ai danni di De Bartoli è sabotaggio, di questo si tratta. Non conosco a fondo i dettagli della circostanza, perché non ho personalmente sentito Gipi De Bartoli per chiedere dettagli, ma dubito che si possa classificare l’atto semplicemente come vandalico, tenendo conto che sono state sottratte le uve che già possedevano un buon grado di appassimento, tralasciandone altre. Mani e occhi esperti, quindi.

Altro che atto vandalico: un’azione mirata a far più danno possibile, violentando l’impegno di un anno di un lavoro, in una stagione che era già difficile.

Ma se alcune anime appassiscono altre, molte altre mostrano il profumo dello zibibbo: i produttori del Consorzio Pantelleria DOC hanno deciso di donare parte delle proprie uve appassite alla cantina De Bartoli che certo non potrà produrre per quest’anno Bukkuram ma ne farà un Passito della solidarietà, da mettere a disposizione del Consorzio per la promozione della DOC. Teniamolo a mente, quando entrerà in commercio.

Chiudiamo il post con le righe pubblicate il 4 settembre sulla pagina Facebook della Cantina De Bartoli: sono parole importanti, ma non grevi, appassionate e decise, dettate dalla forza dell’amore delle anime belle. Quelle che non appassiscono.

Quest’anno il nostro Bukkuram 2018 siete voi, con la vostra infinita dolcezza profusa attraverso i vostri messaggi e la vostra solidarietà. Grazie di cuore. Di solito è madre natura a non consentirci di produrre il passito, quest’anno è stato l’uomo (se così si può chiamare). Ma tranquilli, l’essere onesti, rispettosi, lavorare sodo e mai per vile denaro, ma per il bene dei territori dove si opera e farne conoscere solo l’eccellenza non verranno mai meno, anzi. L’esempio di papà (che ne ha passate di ben più gravi sempre a causa di ominicchi) ci insegna che si deve andare sempre avanti per il proprio credo e noi lo faremo. Su questo non abbiate dubbi. IN WINE WE TRUST (nell’uomo sempre meno…)