di Valeria Caputo
In un uggioso pomeriggio napoletano, passeggiando sul lungomare di Via Caracciolo, la realtà era surreale. Il cielo, dagli intesi colori crepuscolari, a tratti minacciosi, espandeva una luce che faceva apparire il paesaggio come sotto l’effetto di un incantesimo.
Un manto di mistero avvolgeva la città, non si udiva né il suono della risacca delle onde del mare, né quello dei clacson, né il canto dei gabbiani.
Sembrava di osservare uno dei quadri dipinti dal simpatico spazzacamino di Mary Poppins…un salto ed ops…si è nel quadro dove la realtà prende vita: un mare calmo con riflessi argentati, barchette colorate dei pescatori disposte in fila come dei fiori in un prato, l’isola di Capri ad un palmo di mano. Continuando a passeggiare in quel quadro, ecco arrivare il classico languorino “da vicinanza al mare”, prontamente assecondato da un cuoppo di baccalà fritto acquistato alla vicina sagra Baccalarè, e ancor più prontamente assaporato sugli scogli del litorale.
Non so da dove, d’un tratto spunta un giovanotto, che portava con sé un forte odore di pesce…ho pensato potesse essere un pescatore, magari uno dei proprietari di quelle deliziose barchette, e con la classica scusa ”bedda hai d’ addumari?”, inizia a chiaccherare con dolce inflessione sicula… Nicola o Cola, come si fa chiamare dagli amici, mi racconta che il mare è la sua vita, la sua passione, che trascorre giorni interi negli abissi per ammirare i pesci e scoprire i fondali. Mi narra di lotte tra pesci giganti, foreste di coralli, case sottomarine di città antichissime inghiottite dai flutti. Mi confessa che lui ama molto i pesci e sta facendo l’infiltrato per salvarne qualcuno ancora vivo della sagra e rigettarlo in mare!
I suoi incredibili racconti si spingono addiritturafino al Re Federico II di Svevia (!!!) che, dopo avergli fatto visionare i fondali siciliani, lo aveva condotto a Napoli per vedere quelli napoletani. Nicola, per sfuggire alle continue richieste di immersione del sovrano, si era disperso, trovando rifugio nelle viscere di un castello in cui erano nascosti tutti i gioielli che il re aveva gettato in mare per farglieli recuperare, il Castel dell’Ovo…Oddìo il Castel dell’Ovo!!! Vitignoitalia!!! Il quadro, i racconti del pescatore (e il cuoppo di baccalà) mi avevano allontanato per qualche minuto dalla mia daily mission, ovvero la dalla meravigliosa kermesse partenopea tenutasi dal 20 al 22 maggio 2018 e giunta ormai alla sua XIV edizione, una edizione da record, con oltre 18.000 visitatori che non hanno trovato i tesori di Re Federico, ma tanti gioielli vitivinicoli di 250 aziende con circa 2000 etichette.
Ecco a voi i più preziosi che abbiamo trovato:
CUMARO, CONERO RISERVA 2013, UMANI RONCHI: Non è un caso che abbia vinto la seconda edizione del Napoli Wine Challenge, categoria rossi. E’ uno dei vini più importanti della Umani Ronchi e proviene da vigneti vicino al mare e dai terreni calcarei. Vinificato in acciaio e maturato in barrique per un anno.
Di colore rosso rubino, con un intenso bouquet di prugna, ribes, vaniglia, tabacco e pepe. Bevuta morbidamente avvolgente in contraltare a tanti (per ora) tannini.
CORTE GIARA RIPASSO VALPOLICELLA 2016 LA GROLETTA, ALLEGRINI: Giovane e già pronto, rubino con sentori di frutta rossa, spezie e pizzicate di erbe officinali. Al palato é pieno e appagante, di buona struttura e armonia, con un finale persistente.
MALGRE’ 2017, TENUTA SCUOTTO: Dopo il sorprendente Fiano Oi Nì, che ha raccattato premi su premi negli ultimi due anni, ecco il nuovo nato della Tenuta Scuotto, cheha debuttato proprio a Vitigno Italia: un rosato ottenuto da uve che provengono esclusivamente da vitigni di aglianico. Buono e bello, bellissimo, grazie a un meraviglioso color rosa intenso con riflessi violacei. All’olfatto si percepiscono frutti di bosco quali lampone, amarena e fragola. Bevuta morbida e fresca. Un Rosato decisamente piacione.
GFILL 2017 SAUVIGNON – ST. PAULS, KELLEREI KALTERN: giallo paglierino con riflessi verdi. Espressivo e sapido, franco come un vero Sauvignon didattico sa essere, caratterizzato da note di fiori di sambuco e vari frutti esotici. Solo acciaio e bottiglia per un bianco che vi darà tante soddisfazioni nell’estate che sta per arrivare.
TABURNO FALANGHINA DEL SANNIO 2017, FATTORIA LA RIVOLTA: Una vecchia e piacevole conoscenza questa ottima cantina, che stavolta ci ha piacevolmente colpito col suo bianco del beneventano fresco e sapido, proveniente dai vigneti di Torrecuso, vinificato solo in acciaio. Si presenta di colore giallo paglierino, molto profumato con note floreali e fruttate, che lasciano spazio ad un bel finale ammandorlato.
MILLAGE – PROSECCO DOC TREVISO BRUT, CANTINE LA MARCA: le piacevoli bollicine di colore giallo paglierino brillante mettono allegria e stuzzicano il palato. Spumante decisamente fresco con sentori di frutta e fiori. Sapore armonico con note di mela, pera e pesca.
ASPRINIO DI AVERSA SPUMANTE PRIEZZA, MASSERIA CAMPITO: Ormai “traviata” dalle tante degustazioni…questo spumante mi fa canticchiare “Libiamo, libiamo ne’lieti calici, Che la belleza infiora” e scopro che è il vincitore della categoria bollicine del suddetto premio Napoli Wine Challenge. 42 mesi di affinamento, paglierino con riflessi dorati, un perlage a grana fine che lo rende sottile ed affilato nella freschezza. Ha avvolgenti ed intensi profumi di agrumi e note di nocciola. Al palato risulta equilibrato, persistente e morbido.