Ormai abbiamo dimenticato che la festa di San Valentino è una festività religiosa che prende il nome dal santo e martire cristiano Valentino da Terni. Pochi sanno che la festa venne istituita nel lontano 496 da papa Gelasio I e che sostituì la precedente e più antica festa pagana delle lupercalia.
Nessuno, credo, ricorda le diverse storie e leggende all’origine della festa degli innamorati, neppure forse la leggenda secondo cui il santo avrebbe donato a una fanciulla povera la somma di denaro necessaria come dote per il suo sposalizio, salvandola così dal rischio della perdizione.
Quindi pochi conoscono i motivi per cui il santo vescovo Valentino è il protettore degli innamorati, ma nonostante questo tutti festeggiano San Valentino e chi non lo fa, in qualche modo, ne soffre. Almeno un po’.
Molti snobbano la festa, ma poi tutti festeggiano. Nessuno ne vuole parlare, ma guai a non prenotare un ristorante per l’occasione. Io stesso non volevo scrivere nulla e invece…
Mi son trovato, infatti, sorridendo fra me e me, ad immaginare i vini che alcune coppie potrebbero scegliere per l’occasione (o quelli che sarebbero più adatti) e mi son dilettato a scriver queste brevi note.
Mi son trovato, infatti, sorridendo fra me e me, ad immaginare i vini che alcune coppie potrebbero scegliere per l’occasione (o quelli che sarebbero più adatti) e mi son dilettato a scriver queste brevi note.
Qualcuno si ritrova? Non ditelo, se volete tenerlo segreto, ma scegliendo il vino della serata pensateci almeno un poco.
La prima coppia è all’inizio, ai primi appuntamenti: sono due giovani innamorati con lui che vuole fare colpo e per questo è disposto a investire buona parte dei suoi primi stipendi. Sceglie un locale elegante, indossa un abito scuro, con una bella cravatta e rispetta tutte le buone norme del galateo. Lei indossa un abito scelto per l’occasione, scollato quanto basta, tacchi alti e acconciatura fresca di parrucchiere.
È radiante e felice di piacere al suo spasimante. Espone con gioia la rosa rossa appena ricevuta, ma è titubante davanti al menù in cui sono elencati piatti elaborati. Anche lui non sa bene cosa scegliere e per il vino chiede aiuto.
Unica certezza: champagne.
Non tanto perché ne apprezzi le caratteristiche quanto perché… noblesse oblige. Il sommelier suggerisce lo champagne La Loge di Michel Furdyna, millesimo 2006, prodotto in circa 3.000 bottiglie da vigne di 45 anni di uve pinot nero ubicate nella Côte des Bar.
Brilla nel calice con catenelle di finissime bollicine. Peccato poi che gli innamorati troppo presi dall’amore non colgano i profumi che si sprigionano al naso: soprattutto frutta esotica acerba, ananas, cedro e limone, ma anche fiori di zagara.
Anche al sorso prestano poca attenzione, eppure non sfugge la potenza e il ritmo che non tradiscono una finezza classica e una lunghezza che è poesia.
La seconda coppia è più matura, non certo al primo appuntamento. Magari già al secondo matrimonio. La cena di San Valentino sembra più un atto dovuto, una convenzione piuttosto che un vero piacere. Non hanno molto da dirsi e parlano poco, più che altro raccontano qualche fatto su amici in comune.
Sono più disinvolti nella scelta dei piatti e il vino che vogliono lo sanno scegliere: Amarone Classico riserva 2004, La Mattonara, Zyme. Classico uvaggio (corvina 40%, corvinone 30%, rondinella 15% e oseleta 10%) con un’aggiunta insolita di croatina (5%), bottiglia elegante e prezzo non per tutti.
Colore rosso rubino intenso con sfumature granato, con naso elegante che non si nasconde e sfoggia un’ampia gamma di profumi: frutta matura, ciliegie, amarene, marasca, prugne appassite, insieme a spezie quali liquirizia, chiodi di garofano, pepe che danzano su sfondo balsamico. L’ingresso in bocca è avvolgente e rassicurante, ottimo il bilanciamento fra morbidezza e durezze, finale lunghissimo in sintonia con il naso.
Ci sono anche coppie che non festeggiano insieme: lei sceglie di uscire con le amiche (single o meno) e lui organizza il calcetto con gli amici. Il gruppo di amiche si ritrova in qualche locale con karaoke dove si beve prosecco di cui nessuno ricorda l’etichetta, mentre gli sportivi concludono la serata in birreria.
Esistono poi gli appassionati che sfruttano l’occasione per aggiungere alle loro degustazioni un’etichetta un po’ più costosa. Attendono più la stappatura che lo sguardo della compagna/o impegnati a intercettare ogni sfumatura di colore e a cogliere ogni nota odorosa. Scelgono un Profumo di Vulcano di Federico Graziani, estroso sommelier e autore di libri sull’argomento.
Ha acquistato una “vigna-giardino” alle pendici dell’Etna salvando vecchie piante di Nerello Mascalese e Cappuccio, Alicante e Francisi destinate all’espianto. Produce un vino elegantissimo, scegliendo lieviti indigeni, nessun controllo delle temperature, affinamento per 18-24 mesi in botti di legno di piccole e medie dimensioni.
La vendemmia è anticipata come avveniva in alcune zone vocatissime una trentina di anni fa per favorire una maggiore bevibilità pur senza rinunciare alla struttura e alla longevità. Il naso è super riservato con note di ciliegia e frutta rossa.
Il sorso in cui si riconoscono gli aromi del naso è pieno e soddisfacente, dotato di una rotondità goduriosa e per nulla stancante.
I tannini sono finissimi, l’alcolicità è presente, ma per nulla invasiva. È persistente e appagante, ma terminato il primo calice viene voglia di riempire ancora il bicchiere per un nuovo assaggio.
Di coppie che festeggiano San Valentino è pieno il mondo e ogni coppia sceglierà il proprio vino; a tutti Buon San Valentino!