La presentazione della Guida Vitae 2016 seguita da due giorni di Congresso Nazionale AIS a Milano ha messo a dura prova non soltanto la strategia organizzativa dell’associazione ma anche la nostra resistenza. Sono stati tre giorni bevuti tutti di un fiato: chi c’è stato dirà “C’ero anch’io!“, chi ha marinato – ne sono sicuro – prestò esclamerà “Accidenti, dovevo esserci!“.

Iniziamo dalla presentazione della Guida Vitae 2016, quest’anno caratterizzata da un tema non inedito per il mondo del vino ma di certo mai visto in una guida prestigiosa come quella dell’AIS: l’arte.
Una collezione di ventitré dipinti a olio su tela, tutti esposti in sede di presentazione, a simboleggiare l’ampio panorama enologico che la Guida esprime senza dimenticare il quid plus che ogni, calice, ogni bottiglia, ogni pubblicazione del vino deve tenere ben presente: l’interpretazione personale.

Qualche numero: la stesura della guida ha richiesto la valutazione di quasi 4.000 aziende, per un totale di circa 30.000 vini, con l’impegno di oltre 900 degustatori suddivisi in 22 commissioni regionali. 


Oltre i numeri, invece: la filosofia editoriale ha tenuto conto dell’importanza della professione del vignaiolo nel nostro Paese. Ampio spazio quindi anche alle piccole aziende valutando non soltanto l’aspetto qualitativo ma anche il peso sociale sul territorio. Perché dietro a una bottiglia c’è tutto un mondo, spesso fatto di sacrifici, di passione, di orgoglio, di identità. Ed è giusto premiarli. Anche per questo Vitae 2016 è una guida diversa.

Venerdì 13 novembre, giorno di presentazione, anche il meteo ha dato il suo contributo. Una splendida giornata ha valorizzato una location eccezionale: il 24º piano al The Mall si è dimostrato uno spazio efficiente, nel cuore della Milano 2.0, quasi 3.0: ovviamente molto ben illuminato, arredato con il minimalismo e la praticità che devono contraddistinguere spazi di questo tipo. La platea è ricca, ben amalgamata tra produttori e sommelier, giornalisti e blogger.

Antonello Maietta ha introdotto brevemente tre figure di spicco dell’associazione: Angelo Solci, il quale è stato tra i primi ad aderire ad AIS, provenendo tra l’altro da una realtà da enologo; Renato Paglia e Roberto Bellini.

Come spesso accade per i progetti di successo, Angelo rivela che i fondatori non avevano percepito, nell’immediato, quanto potesse diventare importante l’AIS: “ricordo con molto piacere quel periodo, era l’inizio della Milano da bere, del Rinascimento del vino e c’era molto entusiasmo. Non pensavamo di creare un cosa del genere, il primo congresso eravamo in diciotto e gli organizzatori erano Franco Colombani, Gualtiero Marchesi, Adriano Romanò ed io. Ricordo con piacere anche il fatto che noi fondatori abbiamo creato i corsi da sommelier: sono orgoglioso di questo.”

Renato Paglia  è il coordinatore della Guida: ed ha sottolineato che “Le regioni hanno lavorato molto bene, ed anche la tecnologia ha dato il suo contributo grazie al software che abbiamo usato per controllare eventuali errori.”

Roberto Bellini, responsabile finanziario di AIS, ribadisce che la guida nasce grazie alle risorse proprie dell’associazione e non nasconde che “Vitae è una guida costosa, essendo cartacea è stata curata fin dal dettaglio più piccolo; mi preme dire che tutte le regioni hanno contribuito non soltanto nell’aspetto editoriale ma anche anche finanziariamente.”

Il presidente Maietta, in conclusione, ha rivelato l’imminente uscita della app di Vitae 2016 che costerà €6,99 al pubblico e €4,99 ai soci. L’app conterrà più aziende della guida cartacea e avrà diverse funzioni interessanti, tra cui la geolocalizzazione, che consentirà all’utente di conoscere quante e quali cantine ha nelle vicinanze. Viene da interrogarsi sul futuro della guida cartacea, a questo punto: credo che – in generale – i prodotti editoriali fisici per sopravvivere, debbano offrire più delle app, per essere appetibili.
Prima della premiazione dei 22 vini premiati con il Tastevin Maietta rivolge un pensiero a Luigi Veronelli, a cui è dedicata una citazione nella quarta di copertina di Vitae 2016:
Il vino non è certo più necessario alla vita che la musica e la poesia. Ma che sarebbe la vita senza la musica, senza la poesia, senza il vino? Il vino, così come ogni altro “oggetto” d’arte, è espressione del tempo vissuto.
Il Premio del Tastevin non è assegnato solo al vino che ha preso più di 90 punti ma è un vino che rappresenta un elemento in più rispetto alla Quattro viti, magari il premio a un vitigno in via di estinzione o comunque un vino che identifica il territorio anche a detta degli altri produttori.
Ed eccoli i magnifici 22:
Vallée d’Aoste Fumin 2013, Ottin
Barolo Monvigliero 2011, Comm. G.B. Burlotto
Mattia Vezzola Grande Annata Rosé 2010, Costaripa
Vin Santo di Gambellara 2003, Roberto Zonin
Isidor 2012, Vignaiolo Fanti
Alto Adige Brut Comitissa Riserva 2010, Cantina spumanti Lorenz Martini
Ribolla Anfora 2008, Gravner
Underwood 2012, Walter De Battè
Lambrusco di Sorbara del Fondatore 2014, Cleto Chiarli
Romagna Albana Passito Scacco Matto 22012, Fattoria Zerbina
Maremma Toscana Ciliegiolo San Lorenzo 2012, Sassotondo
Cervaro della Sala 2013, Castello della Sala
Verdicchio di Matelica Mirum Riserva 2013, Fattoria La Monacesca
Fiorano Rosso 2009, Tenuta di Fiorano
Trebbiano d’Abruzzo 2012, Valentini
Rosso del Molise Vincè 2010, Cantine Catabbo
Taurasi Vigna Quintodecimo 2010, Quintodecimo
D’Araprì Riserva Nabile 2011, D’Araprì
Aglianico del Vulture La Firma 2012, Cantine del Notaio
Efeso 2014, Librandi
Contessa Entellina Rosso Mille e Una Notte 2010, Donnafugata
Barrile 2012, Attilio Contini