Bere fa del bene? Ma certo! La moda è frivola? Chi lo ha detto?
Bere fa bene alla cultura, grazie alla moda! Sì perchè il progetto di Feudi del Pisciotto è proprio questo: far indossare ai propri vini dei bellissimi vestiti di stilisti italiani per promuovere il restauro di un’opera d’arte in terra di Sicilia.
Con queste ottime premesse venerdì  25 settembre, ci avviamo al The Tank per la Wine Fashion Night, che segue pochi giorni dopo la notte bianca della moda milanese. 
Le bottiglie sono veramente tutte di gran stile, forma della bottiglia compresa, che esalta le belle etichette e speriamo… il buon contenuto!
Il primo marchio di Alberta Ferretti è stato Philosophy e questa etichetta così essenziale ma, al tempo stesso, elegante e raffinata esprime tutta la filosofia di questo vitigno. Chardonnay IGT 2012 – 13% vol. – Elegante e raffinato, esotico è il naso, seppur abbastanza scarico; mentre essenziale è la beva che si esprime in un sorso così minerale da essere quasi salato. Ottimo da accompagnare con un pesce grasso. Un vitigno straniero che interpreta benissimo il territorio siciliano e le vigne a soli 10 chilometri dal mare. 

In “Maléna” di Tornatore – altro grande siciliano – la sensualità di Monica Bellucci ci seduce, come il pizzo voluttuoso e intrigante di Carolina Marengo, che disegna due etichette. Grillo IGT 2013 – 13,5% vol. – Colore paglierino verso il dorato, profumo minerale e agrumato, si sente il legno. Il sorso è tondo e ceroso oltre che sapido, ma svanisce abbastanza velocemente. Manca di un po’ di acidità e struttura necessarie a sostenere la potente alcolicità.

Frappato IGT 2012 – 13,5% vol. – Rosso intenso rubino con sfumature granate sono colori che non ti aspetti da un frappato, per di più così giovane. È la barrique che lascia il segno, fortunatamente più sul colore che su profumi e sapori. Il naso è mutevole: prima rosa e vola appassite, ciliegia sotto spirito portate in superficie dalla pungente alcolicità; con l’ossidazione compaiono note speziate e balsamiche.

Il legno rende la bocca dolce e un po’ ruffiana, ma smussa piacevolmente il tannino. Discreta nota alcolica alleggerita dall’ottima freschezza. Suggeriscono di berlo anche intorno agli 8-10° accompagnato da pesce alla siciliana con pomodoro, origano, ecc.

Come le collane abbelliscono il decollétté di una bella donna, così le perle di Giambattista Valli incorniciano il Cerasuolo di Vittoria, vera gemma perché unica DOCG della Sicilia. Cerasuolo di Vittoria 2011 DOCG – 13,5°, 50% frappato e 50% nero d’avola – Colore granato con riflessi aranciati.

Naso meno intenso del frappato, ma più particolare dove, note dolci di cioccolato, tamarindo e carruba si alternano a quelle vegetali di sedano e asparago, proprio come perle in una collana. Entra in bocca delicatamente per poi scalpitare verticalmente con la grande acidità, percepibile sia al sapore che come salivazione.

Buona alcolicità e tannino levigato lo riequilibrano un po’. Una versione di Cerasuolo piacevole e beverino, godibilissimo a tutto pasto.

Versace veste una bottiglia di Nero d’Avola con la testa di Gorgone. Non solo simbolo della prestigiosa casa di moda, ma anche simbolo araldico della Sicilia, così come il Nero d’Avola, certamente uno dei vini più rappresentativi dell’isola. Nero d’Avola 2012 IGT – 100% nero d’avola 14% vol. – dagli otto ai dieci mesi in barrique, metà di primo e metà di secondo passaggio.

Colore rosso rubino inteso, intenso come la nota alcolica percepibile sia al naso sia in bocca. Una buona acidità la compensa e rende meno pesante il vino. Bello il naso, subito floreale e vegetale, vira poi verso la dolcezza di liquirizia e rabarbaro, segno dell’onnipresente passaggio in botte, per poi esprimersi su note balsamiche di pino mugo, resina, grappa e, persino, di . Un vino caldo e intenso come la terra da cui proviene.

Cabernet Sauvignon, un vitigno talmente interessante che può essere utilizzato in uvaggio ma anche in purezza con risultati sempre eccellenti, un vitigno dalle molteplici sfaccettature che ben si adattano alle variazioni cromatiche del sempre fantasioso Missoni. Cabernet Sauvignon IGT 2011 – 14% vol.

Nel bicchiere la gamma di sensazioni è ampia, ma l’anima del vitigno perfettamente riconoscibile in questo vino, così come lo è la trama di Missoni qualsiasi siano colori, forme e occasioni. Colore viola intenso, sprigiona profumi vegetali appena esce dalla bottiglia, solo poi compaiono ciliegia e frutta rossa, liquirizia e note balsamiche. Il sorso è deciso, fresco e strutturato.

La botte seda solo in parte il vigore di questo vino, che in bocca scalpita come un cavallo giovane e nerboruto. Una bella sorpresa.

Chi non ricorda Marylin Monroe in “A qualcuno piace caldo”? Lei, ingenua Femme Fatale, si fa chiamare Zucchero Candito. Non ci stupisce quindi che Anna Molinari per Blumarine abbia creato questa etichetta per il Moscato! Moscato IGT 2011 in purezza – 16% vol.

Giallo ambrato brillante per questo moscato ottenuto con vendemmia tardiva delle uve e successiva vinificazione in barrique scolme. Le note alcoliche e ossidative fanno sentire da subito la loro presenza che inizialmente è eterea per poi assumere toni ferrosi e animali con l’ossigenazione. I profumi varietali non sono persi del tutto, e alla successiva olfazione compaiono albicocca e mandorla.

Frutti che si ritrovano inizialmente in bocca, per poi lasciare spazio a note marsalate, di zabaione e a un finale ammandorlato. Scordatevi il moscato beverino, questo è un moscato siciliano, amico del Marsala e il grado alcolico infatti gli si avvicina.

La tesi di laurea alla Facoltà di Architettura di Gianfranco Ferré s’intitolava: “Metodologia dell’approccio alla composizione”; impossibile dimenticarlo guardando l’etichetta e riflettendo sulla composizione di questo Passito: semillon e gewurztraminer. Passito IGT 2011 – 16% vol. – vendemmia tardiva. Impatto olfattivo dolce e intenso, con chiari e piacevoli note di zafferano e nocciola che ritroveremo anche in bocca.

All’assaggio il ricordo di uno zabaione al marsala rasenta quasi la realtà. Sorso cremoso, pieno, rotondo, morbidezze fuse e sorrette da solide durezze. Il semillon infatti conferisce freschezza e struttura a questo passito, alleggerendone la beva. Un vino ben progettato

Avete in mente i colori delle rose rosse? Quei petali carnosi, vellutati? In assoluto quello che, in natura, più assomiglia ai differenti colori dei vini rossi. Sarà perché da sempre le rose vengono spesso coltivate come sentinelle nei vigneti?

Perfetto l’abbinamento che Valentino sceglie per il Merlot e del resto il rosso è da sempre il colore di Valentino. Peccato non aver potuto assaggiare quindi il Merlot: sarà per la prossima volta.

By “I Calici in Rosa” di Appunti di degustazione