In “Maléna” di Tornatore – altro grande siciliano – la sensualità di Monica Bellucci ci seduce, come il pizzo voluttuoso e intrigante di Carolina Marengo, che disegna due etichette. Grillo IGT 2013 – 13,5% vol. – Colore paglierino verso il dorato, profumo minerale e agrumato, si sente il legno. Il sorso è tondo e ceroso oltre che sapido, ma svanisce abbastanza velocemente. Manca di un po’ di acidità e struttura necessarie a sostenere la potente alcolicità.
Il legno rende la bocca dolce e un po’ ruffiana, ma smussa piacevolmente il tannino. Discreta nota alcolica alleggerita dall’ottima freschezza. Suggeriscono di berlo anche intorno agli 8-10° accompagnato da pesce alla siciliana con pomodoro, origano, ecc.
Naso meno intenso del frappato, ma più particolare dove, note dolci di cioccolato, tamarindo e carruba si alternano a quelle vegetali di sedano e asparago, proprio come perle in una collana. Entra in bocca delicatamente per poi scalpitare verticalmente con la grande acidità, percepibile sia al sapore che come salivazione.
Buona alcolicità e tannino levigato lo riequilibrano un po’. Una versione di Cerasuolo piacevole e beverino, godibilissimo a tutto pasto.
Colore rosso rubino inteso, intenso come la nota alcolica percepibile sia al naso sia in bocca. Una buona acidità la compensa e rende meno pesante il vino. Bello il naso, subito floreale e vegetale, vira poi verso la dolcezza di liquirizia e rabarbaro, segno dell’onnipresente passaggio in botte, per poi esprimersi su note balsamiche di pino mugo, resina, grappa e, persino, di té. Un vino caldo e intenso come la terra da cui proviene.
Nel bicchiere la gamma di sensazioni è ampia, ma l’anima del vitigno perfettamente riconoscibile in questo vino, così come lo è la trama di Missoni qualsiasi siano colori, forme e occasioni. Colore viola intenso, sprigiona profumi vegetali appena esce dalla bottiglia, solo poi compaiono ciliegia e frutta rossa, liquirizia e note balsamiche. Il sorso è deciso, fresco e strutturato.
La botte seda solo in parte il vigore di questo vino, che in bocca scalpita come un cavallo giovane e nerboruto. Una bella sorpresa.
Giallo ambrato brillante per questo moscato ottenuto con vendemmia tardiva delle uve e successiva vinificazione in barrique scolme. Le note alcoliche e ossidative fanno sentire da subito la loro presenza che inizialmente è eterea per poi assumere toni ferrosi e animali con l’ossigenazione. I profumi varietali non sono persi del tutto, e alla successiva olfazione compaiono albicocca e mandorla.
Frutti che si ritrovano inizialmente in bocca, per poi lasciare spazio a note marsalate, di zabaione e a un finale ammandorlato. Scordatevi il moscato beverino, questo è un moscato siciliano, amico del Marsala e il grado alcolico infatti gli si avvicina.
All’assaggio il ricordo di uno zabaione al marsala rasenta quasi la realtà. Sorso cremoso, pieno, rotondo, morbidezze fuse e sorrette da solide durezze. Il semillon infatti conferisce freschezza e struttura a questo passito, alleggerendone la beva. Un vino ben progettato.
Avete in mente i colori delle rose rosse? Quei petali carnosi, vellutati? In assoluto quello che, in natura, più assomiglia ai differenti colori dei vini rossi. Sarà perché da sempre le rose vengono spesso coltivate come sentinelle nei vigneti?
Perfetto l’abbinamento che Valentino sceglie per il Merlot e del resto il rosso è da sempre il colore di Valentino. Peccato non aver potuto assaggiare quindi il Merlot: sarà per la prossima volta.
By “I Calici in Rosa” di Appunti di degustazione