Non sono partito prevenuto ma nemmeno speravo di trovare il vino della vita. Diciamo curiosità. Una serata dedicata alla ricerca è ciò che ci vuole per ampliare gli orizzonti; in pratica sono andato “a naso”.
Il risultato? Alti e bassi. Ma tirando le somme sono rimasto più soddisfatto del previsto e ho trovato anche un paio di etichette di cui mi ricorderò almeno fino alla prossima (spero) edizione.
Ecco qualche appunto di ciò abbiamo provato.
Da Podere Cellario mi ispira il Sé spumante brut metodo classico da uve nascetta che, a quanto ho capito, fanno solo loro al momento. Una rarità.
18 mesi sui lievi e prezzo popolare ne fanno un ottimo vino per aperitivi ricercati.
Molto rotondo e morbido sulle note di nocciola al naso e sul finale del sorso.
C’è anche la versione ferma, fermentata e affinata in legno/acciaio. Il Langhe Doc nascetta Sé 2013  è un vino semiaromatico da servire sui 12-14 gradi che sprigiona i tipici sentori dell’affinamento in legno, quali burro fuso, e fiori gialli macerati. In bocca è equilibrato e pieno ma soprattutto molto piacevole.

Tornesi è una piccola azienda storica toscana e fra le prime iscritte al Consorzio del Brunello.

Degustiamo prima il Rosso di Montalcino 2012 che non mi ha lasciato un ricordo indelebile per via di naso e palato monocorde (sentori fruttati di prugna e legno) e apporto alcolico coprente soprattutto al naso.
Il Brunello di Montalcino 2009 è di altra pasta, più definito al naso, su prugna, litchi, susina sotto spirito e marasca, e snello in bocca ma decisamente strutturato e rotondo. Ottima beva e tannino ben smussato che non graffia mai. Non durerà dieci anni ma resta comunque un ottimo assaggio.
@ www.cantinanovelli.it
Da Cantina Novelli provo con un filo di delusione entrambi gli spumanti metodo classico da trebbiano spoletino e sagrantino che ho trovato stranamente molto, troppo, simili specialmente al naso; forse il tipo di lieviti impiegato, non so, ma sono risultati un po’anonimi.
All’opposto, lo Spoleto Doc trebbiano spoletino fermo 2012 mostra il carattere alfa che speravo. Incisivo, freschissimo sulle note agrumate/amaricanti di pompelmo e cedro misto ad una fortissima traccia vegetale stile sauvignon blanc, anche in bocca esprime tutta la sua unicità tagliente a lama di rasoio. Su frutti di mare e crostacei cotti o crudi andrà alla grandissima.
Un salto in Liguria da Vis Amoris per provare il Pigato Domè 2013.
Bellissimo naso, molto minerale su note sottili di pesca e, qualcuno direbbe, idrocarburo/pietra focaia. Bocca freschissima, rocciosa, che fa salivare e che termina in un lungo e agrumato aroma di bocca. Eccellente.

Speravate che non ci fosse un siciliano e invece
no, Vasari merita l’ultimo appunto.
In degustazione il Mamertino rosso Doc, blend di nero d’Avola e nocera, e il Sicilia Doc Nocera 2012. Una rarità, quest’ultima, anzi quasi più unicità, che abbiamo raccontato anche in questo post.

Brevemente, frutta rossa, ciliegie e lieve nota erbacea di terra bagnata lo avvicinano ad un cabernet sauvignon con in più una decisa impronta territoriale che si esprime in foglia di tabacco. Tondo e smussato al palato non è un vino da aspettare anche perché si beve con fin troppa facilità. Il produttore me lo consiglia dopo un paio d’ore in frigo in abbinamento a crostacei o a temperatura ambiente sulla classica bistecca alla griglia.