Lo champagne De Sousa, grande protagonista di una serata di degustazione all’AIS Milano.

Portogallo: fado e Amalia Rodriguez, Pessoa e l’inquietudine, Saramago (che si chiama in realtà José de Sousa Saramago), i tram e gli azulejos di Lisbona, Sostiene Pereira di Tabucchi. In due parole: nostalgia e melanconia. Ma anche Vasco de Gama: partire, scoprire, esplorare. Forse la nostalgia e la melanconia non sarebbero possibili se non ci fosse un’altrettanta voglia di viaggio e scoperta. Così mi immagino la figura di Manuel de Sousa che, dopo aver combattuto con gli Alleati in Francia, decide di stabilirsi ad Avize. Sarà possibile rintracciare in questi champagne tutto questo?

Introdotto da Alessandro Amadé, Alberto Lupetti ci conduce in un percorso alternato di storia e di degustazione che rende la serata molto godibile con momenti più “teorici” di ascolto e appunti, interrotti da momenti di degustazione. Un’ottima formula a mio parere.

Mai come in questa occasione, ho percepito quella che solitamente chiamiamo la filosofia del produttore. Nei vini di Erick de Sousa infatti ci sono tratti che difficilmente si riscontrano con tale continuità e coerenza nella produzione di una Maison, rendendo questi champagne univocamente riconoscibili. Rotondità e morbidezza date una malolattica sapientemente utilizzata, mineralità che dona freschezza senza la pungenza di un’acidità “fuori controllo” sono una piacevolissima presenza in tutte le bottiglie assaggiate.  Sono caratteristiche che accompagnano la degustazione in un crescendo, in cui si percepisce nettamente la ricerca della “perfezione” inteso come miglioramento continuo. Non a caso Lupetti descrive Erick come un “perfezionista appassionato”.

Abbiamo già parlato di quanto, nella linea della Maison, sia importante la mineralità. Secondo de Sousa: La craie è la chiave dello champagne: è la craie a donare freschezza, non l’acidità.” Dice ancora: Vendemmiare il più tardi possibile è un altro asso della ricerca della qualità, con un grado potenziale tra gli 11 e 11,5% che rende inutile il dosaggio. Certamente – di conseguenza – diminuisce l’acidità dei mosti , così come la fermentazione malolattica si avvia sistematicamente, ma la mineralità elevata compensa e ristabilisce l’equilibro gustativo. Ciò permette anche di diminuire i dosaggi della liquer d’expedition e quindi di guadagnare in purezza.” La filosofia della Maison racchiusa in una frase.

Qualche parola sulla Maison de Sousa: l’azienda diventa biologica dal 1999 e biodinamica nel 2010 e ottenendo la certificazione Demeter nel 2013. Aratro e cavallo usati esclusivamente per le lavorazioni in vigna. Utilizzo di barrique prodotte in zona.

Una annotazione: de Sousa utilizza taille (che significa seconda spremitura) apertamente dichiarata. Ma attenzione… taille di Caudalie, la linea top, significa ancora qualità, non certo lo svilimento di un prodotto.

Brut Tradition – 50% chardonnay, 40% pinot noir, 10% meunier – origine delle uve: Epernay, Garuces, Mancy, Cuis – base vendemmia 2014, vins de réserve 40% di vecchi vini e taille di 3A e Caudalie, 15-24 mesi sui lieviti, dosaggio 7 gr/l – Brillante e paglierino con un naso dolce e sottile, minerale e floreale di fiori gialli come mimosa. Al secondo naso, ancora una più spiccata mineralità, freschezza e un profumo intenso di banana. In bocca una bella bolla, con un gusto di frutta matura e miele, un bella sapidità ma allo stesso tempo una dolce avvolgenza che fodera il palato. Ottima persistenza e intensità.

3A – 50% chardonnay, 50% pinot noir, lavorazione con il cavallo, assemblaggio in pressa, 50% vinificato cuve e 50% in barrique, metodo solera (2002-2012) conservato in uovo di quercia, 2/3 anni sui lieviti, dosaggio 5 gr/l – Il nome sta a indicare i tre villaggi Grand Cru di Avize (Côte des Blancs), Aÿ (Vallée de la Marne) e Ambonnay (Montagne de Reims). Anche in questo caso si tratta di vigne vecchie, piantate addirittura negli anni ’50, lavorate solamente con il cavallo. Un perlage finissimo per un calice dorato e brillante. Un naso ricco ed elegante, di frutta gialla e una nota di frutta secca dal fondo minerale. Elegante e morbido al palato, fresco e sapido con una piacevole mineralità. Un ingresso dolce e un fondo agrumato di mandarino e leggermente gessoso. Grande eleganza per un gusto che ricorda anche lo zucchero filato per l’avvolgenza che troviamo in bocca, tuttavia mineralità e sapidità sono ben presenti. Comunque un ottimo vino.

Brut Réserve Grand Cru  – 100% chardonnay, base vendemmia 2012, uve da Avize, Cramant, Oger e Les-Mesnil, tutti grand-cru, età media delle vigne 42 anni –  L’assemblaggio, composto dalla sola tête de cuvée, fermentata in acciaio, è corroborato da circa il 30% di vins de réserve di 2-3 vendemmie precedenti, 3 anni sui lieviti,  dosaggio 7 g/l – Questo chardonnay della Côte des Blancs rappresenta il vero biglietto da visita della Maison.  Un perlage meno fitto ma un calice di grande interesse. Un naso quasi medicinale, di sciroppo per la tosse, denso e grasso, strutturato e minerale, una scorza di arancia glassata e ginestra. In bocca un’acidità mai violenta, rotondo ed equilibraro, di grande freschezza e mineralità.

Mychorize – 100% Chardonnay, uve da Avize, vigna molto vecchia, lavorazione con il cavallo e biodinamica dal 1999, vinificato in barrique, assemblaggio 2010-2011-2012, produzione di sole 1212 bottiglie, 3 anni sui lieviti, dosaggio 5 gr/l  – Molto elegante e delicato, uno dei miei favoriti della serata. Biancospino per questo naso floreale che non fa sentire il legno ma veleggia leggiadro su una base di craie gentile. Al palato terroso di licheni e muschio, funghi secchi, cuoio, con una bolla finissima e una avvolgenza gessosa estremamente piacevole.

E ora arriviamo alla linea top di de Sousa: Caudalies con cui vengono prodotti un rosé (che non assaggiamo) una réserve perpetuelle e un millesimée. Risale al 1995 l’idea di creare una gamma speciale e il nome la dice lunga sull’obiettivo di questa linea. La caudalie infatti è l’unità di misura della lunghezza di un vino in bocca.

 

Cuvée des Caudalies – 100% Chardonnay, uve da Avize, Oger, Les-Mesnil, vigne sopra i 50 anni, vinificato in barrique, 50% vini d’annata e 50% da vini di 14 annate di réserve perpetuelle, 5 anni sui lieviti, dosaggio 5 gr/l  – Un naso di pasticceria, di babà al rum, di legno dolce, mandorla e anice. In bocca la bolla è bellissima e porta grande freschezza. Rispetto al naso il gusto è più secco e minerale. Un ingresso che malandrinamente sembra corto ma che invece poco a poco si dischiude ed evolve allargandosi in tutta la bocca.

Cuvée des Caudalies Grand Cru Millésime 2006 –  100% Chardonnay, uve da Avize, Cramant, Oger, Les-Mesnil, le vigne più vecchie, oltre i 60 anni, selezione del mosto fiore, vinificato in barrique con 10 mesi di élevage,  prodotta solo in anni eccezionali, 5 anni sui lieviti, dosaggio 3 gr/l  – Selezione delle migliori uve delle vigne più vecchie che la famiglia possiede nei villaggi Grand Cru di Avize, Oger, Cramant e Le-Mesnil, poi fermentate in fûts da 225 litri in gran parte nuovi, in questo caso con soli lieviti indigeni, con bâtonnage periodico nel corso dei 10 mesi complessivi. Il vino è stato poi imbottigliato senza filtrazione e durante la maturazione sono stati effettuati due poignetage per rimettere in sospensione i lieviti. Sempre ricca pasticceria, ma qui più fine ed elegante, alla quale si aggiunge una nota di camomilla e di cedro dolce. In bocca una maggiore spinta acida, una grande sapidità e una “masticabilità” raffinata ed estremamente equilibrata.

La serata finisce ma non l’apprezzamento per questo davvero fantastico produttore. E poi… quanto è bello il simbolo della Maison con la conchiglia???

Per concludere: il gallo è sia il simbolo del Portogallo, sia il simbolo della Francia.

De Sousa con il suo champagne è riuscito e rappresentare al meglio queste due grandi nazioni!