Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente non c’è modo di opporvisi.

Così scrive Patrick Süskind nel suo romanzo “Il Profumo” che consiglio a tutti di leggere. Non starò qui a raccontare la trama del libro ma il protagonista va a Grasse per imparare l’enfleurage, una tecnica di profumeria.

Perché Grasse è la città del profumo, dove tutti i grandi maestri di quest’arte antica hanno lavorato. Chanel n. 5, forse il profumo più famoso del mondo, è fatto – tra le altre cose – con la rosa di Grasse.

Grasse che organizza la sieste parfumée in cui ci si può abbandonare su comode sdraio inondati da piacevoli sentori, in compagnia di un buon libro o semplicemente facendo quattro chiacchiere o più semplicemente riposandosi inebriati da un profumo gradevole e rilassante. 


A Grasse ha sede il Museo Internazionale della Profumeria, un’esperienza molto interessante per chi ama il vino. Certo qui non parliamo di vino ma di profumo ma ci sono davvero interessanti analogie.

La rappresentazione grafica dell’albero dei profumi ricorda moltissimo quanto conosciuto nell’esame olfattivo del vino: florale, fruité, boisé, herbacé, epicé, animale, baume e vanille.  Bellissima l’esperienza di inalare i vari profumi e visitare una piccola serra che contiene proprio le piante – con sorprese incredibili – che danno origini ai profumi più amati. E che dire della descrizione di un profumo: si identificano sempre tre famiglie di profumi, quelli di testa, di cuore e di fondo. Cartelli con la descrizione del geraniolo, confezioni di profumo che inneggiano al vino… Insomma se non riuscite ad andare al Museo del Vino a Bordeaux, fatevi almeno un giro qui!

Ah la douce France e i profumi di Provenza! I fiori sono presenti dappertutto, in ottime marmellate che solo per i colori e i nomi fanno venire l’acquolina e in pasticceria potete trovare anche i petali di verbena, di rosa, di violetta.

Possiamo ritrovare questi aromi anche nel vino?

I vini prevalentemente sono di un rosé molto tenue; ne ho assaggiati tre, due consigliati in enoteca e un terzo da me guardando il sito dei vini di Provenza.

Sito interessante – in francese e in inglese – fatto davvero bene che fornisce tantissime spiegazioni con filmati e schede .

BANDOL AOC – Domaine du Gros’ Noré – 2015 – 13° vol. – 25% grenache, 25% cinsault, mourvèdre

Non bisogna lasciarsi ingannare dal colore chiaro e brillante che invita alla beva: l’alcol è ben evidente.

Al naso erbe mediterranee, in particolare salvia, fiori di arancio. una leggera pesca bianca matura, rosa di Grasse: intenso e fragrante. In bocca, immediata la sensazione di pseudocalore ma grande intensità e persistenza, sapidità accentuata. Abbastanza fresco, buona corrispondenza che vira dalla salvia al rosmarino.




LA ROSE DES VENTS – Domaine de la Rose Des Vents – 2015, 13,5° vol. – 60% grenache, 30% cinsault, 10% syrah

Un’erba più “speziata” e amara di rosmarino per questo rosé che ha vinto alcune medaglie nel concorso organizzato dal consorzio dei vini di Provenza.

Macchia mediterranea e ginestra ma anche melone e pesca. Molto minerale e sapido in bocca. Di buona intensità, abbastanza fresco e rotondo, con una sensazione pseudocalorica importante e un finale di mandorla amara.

M rosé AOP Côtes de Provence – Minuty – 2015, 13°vol. – grenache, cinsault, syrah


Il più equilibrato, a mio parere, dove l’alcol è ben compensato e non si fa sentire.

Molto fragrante e piacevole al naso, con delicati sentori di pesca, rosa canina, e sempre le erbe di Provenza in evidenza e anche un fondo di arancia amara, i cui alberi sono presenti ovunque e la cui marmellata qui è molto apprezzata. Sapido, fresco con una buona intensità e persistenza e piacevole corrispondenza gusto-olfattiva.


A’ la santée!!!