Franciacorta
Impossibile non accostare la morbidezza setosa di un Satèn alla lussuria, con le bollicine immancabili presenze di tutte le scene di seduzione letteraria e cinematografica.

G. Boldini – Donna in rosa
Ma anche in questo caso, come a Mantova, la viticoltura risale alla preistoria, con reperti di vinaccioli di vite selvatica. Il Vin santo di questa zona era già conosciuto durante la metà del XV secolo.
I Longobardi – tra il VI e l’VIII secolo d.C. introdussero qui i vitigni noti come “sclave”, che si diffusero poi in tutto il nord Italia. Sempre ascrivibile a loro la denominazione Baldo (dal wald che significa zona boscosa) che delimita il bacino del Garda e dell’Adige. Inizialmente il termine sclave sembra poi riferirsi non tanto a un vitigno quanto a un tipo di allevamento.
Con la fine dell’VIII secolo d.C. la viticoltura passa per lo più in mani conventuali o in quelle di nobili famiglie della zona. Scrive in quei tempi Agostino Gallo dei vitigni maggiormente coltivati in zona: Grappello nero, Vernaccia nera, Schiave grosse, Marzemine grosse
Andrea Bacci descrivi viti e vitigni della zona, celebrando già Cellatica

I vini erano esportati a Milano, in Germania e, talvolta, anche a Roma.

Un altro elemento che rende questa zona così interessante è la numerosa presenza di atti notarili scritti, relativi a contratti tra proprietari fondiari e agricoltori, con indicazioni precise su vitigni, pratiche di viticoltura, nozioni sul ciclo di vita delle vite e via discorrendo.
Venezia influì profondamente sull’area. Il vino veniva tassato due volte: alla produzione e al consumo, anche se alcuni fedeli al leone di San Marco godevano dell’esenzione, in particolare le taverne dove veniva offerto vino e cibo.
La produzione non sempre riusciva a soddisfare le mense nobiliari e per questo motivo cominciarono a comparire vini provenienti dalla Borgogna e dalla Champagne, per tutto il 1600 fino al XIX secolo, e proprio questa zona, più di ogni altra in Lombardia, elaborerà in maniera del tutto originale le tradizioni vitivinicole francesi. Il secolo dei Lumi continuerà in un solco positivo mentre il 1800 si presenta con un declino che porterà per fortuna a un ripensamento di pratiche agricole e di rinnovamento varietale. Sarà la Francia napoleonica a riportare in luce un rinnovato interesse per la viticoltura
Le malattie come al solito fecero il resto, costringendo così a selezionare i ceppi e i vitigni meglio resistenti e portando gli agricoltori a organizzarsi in consorzi per affrontare l’emergenza filossera.
Da lì, possiamo dire, una rinnovata energia porterà poi a quel rinnovamento propositivo che porterà le cantine Franciacorta a diventare un vero e proprio laboratorio enologico intorno agli anni ’70 del secolo scorso.
Grazie alla lungimiranza, alla passione degli imprenditori della zona, la Franciacorta è diventata ormai – a livello mondiale – sinonimo di qualità.

A noi non resta che farci stuzzicare dalle bollicine…

PALAZZO LANA SATEN 2006 – FRANCIACORTA DOCG RISERVA Guido Berlucchi & C. – 100% Chardonnay, 12° vol. – Non meno di 72 mesi sui lieviti per un prodotto di una cremosità e un perlage davvero eccezionali. Un momento davvero lussurioso!

(continua)