Alchimia, scienza, medicina. Nel Medioevo spesso questi termini si intersecano e si fondono. Sicuramente nella figura di Arnaldo da Villanova, attivo nella seconda metà del XIII secolo, consigliere di re e papi… anche se dopo la morte i suoi libri furono bruciati dall’Inquisizione.
Per fortuna non il suo Trattato sui vini, riproposto di recente dalla casa editrice Armillaria, a cura di Manlio Della Serra, con testo latino originale a fronte.
Oggi la scienza afferma con certezza che il resveratrolo è utile per la salute dell’uomo. Ma in fondo gli “scienziati “ di una volta lo sapevano già, anche senza poterlo dimostrare. Che il vino fosse una bevanda molto apprezzata nel Medioevo non deve stupire: l’acqua era solitamente molto contaminata e il vino veniva quindi consigliato per i bambini, per le donne in gravidanza, per gli infermi e per gli anziani.
Il miglior rimedio dunque. E così Arnaldo decide di descrivere proprietà e virtù delle ricette di vino medicamentoso che ritiene più efficaci.
Tuttavia anche allora si dava importanza a quello che ancora oggi viene considerato indispensabile per ottenere un vino buono. Sentite cosa scrive all’inizio del suo Trattato:
“Facciamo l’elogio del vino della buona vite, utilizzato per la preparazione dei vini medicamentosi […] Le ricette che proponiamo devono essere osservate a regola d’arte. Bisogna iniziare con la scelta del mosto di vino bianco proveniente da un buon terreno. […] Procediamo sigillando in un vaso di buon legno, come altri vini, dove svilupperà e migliorerà secondo natura, cosa chiara per esperienza. […] perciò quando il vino è utilizzato secondo tempi e modi opportuni, la natura rinvigorisce e resiste meglio alla malattia.”
E più avanti lo vediamo ancora insistere: “che il contenitore in cui va introdotto il vino da preparare sia di buon legno, privo di irregolarità come di odore sgradevole; e il mosto sia formato da vini ben maturi, non deteriorati affinché non si trasformi in aceto.”
In poche righe dice cose che ancora oggi sono così maledettamente importanti: il vino per fare bene (e per essere buono, aggiungiamo noi) deve provenire da una pianta sana, da un buon terreno, da un corretto affinamento e una perfetta conservazione.
Prosegue poi con queste considerazioni: “Non solo il vino mostra i suoi benefici sul corpo, ma anche sull’anima: la rende gioiosa, nasconde la tristezza, la aiuta nell’indagine delle realtà sottili e nella contemplazione di quelle difficili, concede sollecitudine, audacia e prodigalità, fa diminuire il dolore e la fatica mentre predispone lo spirito perché l’anima cooperi con quelli.”
Secondo quanto esposto, il vino è adatto a tutte le età, periodi, regioni: giova particolarmente agli anziani, […] è cibo per i giovani perché la natura del vino è simile a quella del giovane. […] Ugualmente è cibo per i bambini […] è medicina per le donne […].”
Leggere le ricette è stato bellissimo e anche molto interessante, impossibile riassumerle tutte. Ma alcune hanno dei titoli che vanno sicuramente menzionati per la loro leggiadria: Vino mirabile, Vino cordiale, Il vino d’oro, Vino diamoron. Ci sono anche molti titoli degni di una beauty farm: Vino detergente, Vino colorante (proprio per dare colorito alle guance delle dame), Vino che conforta e ristora, Vino che ristora tutto il corpo. Poi abbiamo il Vino oftmalmico. Il Vino che invecchia in inverno, il Vino estivo.
Comunque visto che siamo in inverno ed è tempo di influenza almeno una ricetta segreta va la posso consigliare…
Vino contro la febbre – Il vino contro la febbre quartana, giornaliera e terziaria è digestivo e lassativo. Perché quanto è digerito possa essere ben evacuato. Rp.: si prenda una libbra di esula, sei dracme di polipodium, cinnamono e radici secche, un’oncia di zenzero, mastice, zedoaria e chiodi di garofano. Zuccherare secondo necessità.
Se invece volete un vino che conforta e ristora, vi consiglio di leggere questo adorabile volumetto, magari accompagnandolo con un buon bicchiere di vino: che la salute sia con voi!