Pensavate che non saremmo andati vero? E invece la nostra Cinzia era lì con taccuino e forchetta pronta a regalarci qualche momento goloso.

Che dire “Identità Golose”, non si smentisce mai!
Il grande lavoro che fa ormai da undici anni, cioè di raccogliere in un unico evento i migliori chef e protagonisti del mondo enogastronomico sia a livello italiano che internazionale, lo fa sempre con grande maestria. E cosa ancora più straordinaria è che il “cibo” non rimane mai in secondo piano, nemmeno rispetto ai grandi chef!
Il tema di quest’anno era “Una sana intelligenza“, pensato per sottolineare una verità ormai da tempo
indiscussa: non si mangia più soltanto per nutrirsi, ma per il piacere stesso di mangiare.
La ricerca del piacere sempre più intensa e gratificante ha generato nuovi percorsi per l’alta cucina e la ristorazione di qualità, tracciati sui terreni un tempo ignorati del mangiar sano. Non si può più prescindere dalle valutazioni biologiche o nutrizioniste sugli alimenti, indipendentemente dallo stile alimentare che si è scelto di seguire: ecco perché si deve e si può mangiare salute senza rinunciare all’appagamento sensoriale. Sani e intelligenti.


Appena entrata negli spazi del Mi.Co, location dell’evento, cerco di capire dove sono le sale che ospitano i vari show cooking; non faccio in tempo a chiedere informazioni che una ragazza simpatica mi invita allo stand del Grana Padano per assistere alla presentazione di un piatto gluten free creato da un importante chef. 

In questo caso Enrico Bartolini, del ristorante Devero di Cavenago Brianza (MB), ha ideato la melanzana alla brace con brodo di Grana Padano: una vera e propria madeleine di melanzana dalla quale, una volta rotta, si riversa una deliziosa polpa. Il tutto è irrorato di brodo di Grana Padano. 
Ho trovato interessante osservare come attraverso vari procedimenti di cottura e raffreddamento si possano ottenere dei cibi che, pur non smarrendo l’essenza del gusto che li caratterizza, si presentano in una forma completamente diversa da quella a cui siamo abituati a vederli. Una vera e propria esperienza per la vista, ma soprattutto per il palato! 

Subito dopo mi dirigo verso la prima sala e assisto alla “Follia” di Viviana Varese, chef di Alice Ristorante che ha sede presso Eataly Smeraldo a Milano. Viviana ci racconta che è la “Follia”, la vera protagonista in cucina, insieme anche a Creatività e Tradizione: “elementi fondamentali”, dice, “per migliorarsi sia come cuoco che come persona”

Ci prepara tre ricette: la prima da preparare velocemente in 16 minuti, polpette di broccolo e acciuga; la seconda, la più creativa, dal nome appunto “Follia”, in cui vengono creati degli gnocchi di colore diverso a seconda della base spinaci, rape rosse, cavolfiore e carota, disposti tutti insieme in un unico piatto che sembrano quasi formare una tavolozza di un pittore.
La terza ricetta è tagliatelle di farina di ceci con baccalà. Da sottolineare che le tre ricette sono totalmente adatte per celiaci, perché prive di elementi con il glutine. 
A chiudere l’edizione di Identità Golose 2015 è Massimo Bottura, con il suo “Lo spaghetto che vuole diventare una lasagna”. Bottura utilizza come introduzione le fotografie della pesca d’anguilla alle foci del Po, che lui stesso ha fatto, perché innanzitutto il piatto deve essere ”una sintesi in un’esplosione del territorio”. Inoltre aggiunge che “il cuoco analizza la materia prima in maniera critica per poi scegliere parte e cottura migliore”. Ecco quindi una sua ricetta come espressione di tutto ciò: spaghetto al pesto senza utilizzare il pesto.

Come prima cosa si prepara un’acqua di basilico (tipo infusione), che viene poi utilizzata per cuocere all’interno gli spaghetti. Una volta cotti viene aggiunta una crema di grana e pinoli. Impressionante come si possa ottenere uno spaghetto al pesto… senza il pesto! È stato divertente, infine, vedere Bottura aggirarsi con l’intera pentola a spasso per la sala, per fare assaggiare gli spaghetti non solo alle persone delle prime file, ma a tutto il pubblico presente!

A fine serata torno a casa stanca e soddisfatta: Identità Golose mi ha entusiasmato e di certo non ha deluso i molti visitatori che hanno affollato i saloni del Mi.Co. L’evento è ormai diventato un brand, esportato già da qualche anno nelle edizioni di Londra e New York: potete star certi che quanto detto e fatto a Identità Golose farà tendenza. Per quanto mi riguarda ho segnato tutto sulla mia agenda e l’anno prossimo sarò ancora qui a cercare di capire dove va la ristorazione del futuro.

Cinzia Novara