Il Salone del Gusto di Torino si è appena concluso e noi ci
siamo stati per un viaggio enogastronomico alla scoperta del Vallese: una
conferenza stampa con degustazione organizzata da Valais in collaborazione con Go Wine e condotta da Marco
Acher Marinelli
, che ci ha guidato alla scoperta di alcuni vini del Vallese abbinati a
prodotti DOP e IGT, naturalmente vallesani.
L’esperienza ci è piaciuta così tanto che abbiamo voluto
approfondire cinque aspetti curiosi che riguardano il Vallese:

1. La PetiteArvine è una varietà d’uva originaria del
Vallese
Il nome francofono e i premi delle guide di settore alla
PetiteArvine valdostana (Ottin, LesCretes, FreresGrosjean, ChateauFeuillette
tanto per citare qualche produttore) possono indurci a pensare che questa varietà
sia originaria della Valle d’Aosta. In realtà la PetiteArvine è una antica
varietà autoctona del Vallese, forse introdotta dai romani e di sicuro
menzionata per la prima volta a Sione nel 1602. Dei 150 ettari presenti in
Svizzera, la quasi totalità si trova nel Vallese.

2. Il Cornalin del Vallese non c’entra niente con quello
Valdostano (o quasi)
Non ci stupiamo se condizioni climatiche simili e scambi
commerciali e culturali tra Vallese e Valle d’Aosta portano questi due
territori a condividere anche le specialità enogastronomiche. Si trovano uve e
vini chiamati Cornalin sia al di qua che al di là delle Alpi, ma si tratta di
due varietà e due prodotti distinti. Il Cornalin del vallese era coltivato da
secoli con il nome di “Rouge duPays”: dopo la seconda guerra mondiale stava per
estinguersi ma nei primi anni ’70 l’agronomo Jean Nicollier salvò le ultime
piante sopravvissute e, viste le similitudini con la varietà autoctona della
vicina Valle d’Aosta, la ribattezzò Cornalin. Analisi del DNA però confermano
che si tratta di due varietà imparentate ma distinte: il Cornalin propriamente
detto, coltivato in Valle d’Aosta , è conosciuto in Svizzera come Humagne Rouge
ed è figlio del Rouge duPays.
3. La vigna più piccola al mondo è nel Canton Vallese
La Vigna di Farinet, accatastata e notificata per 1,67m2 ,
si trova a Saillon ed è stata fondata nel 1980 per commemorare Joseph-Samuel
Farinet, personaggio romantico che sfida il potere in nome della libertà. Oggi
la vigna è di proprietà del Dalai Lama: conta ben tre piante che sono state
accudite da personalità del mondo dell’arte, della politica o dello sport. Ogni
anno il raccolto di questi ceppi è unito ai migliori vini vallesani per
produrre mille bottiglie, che vengono messe all’asta: il ricavato è devoluto a
opere di beneficienza.
4. Le vigne più alte del mondo non sono in Europa e poco
importa
Qualche anno fa un giornalista del NY Times scrisse un
articolo
 dedicato ai vigneti più alti d’Europa dopo aver visitato Visperterminen nel Vallese e Morgex in Valle d’Aosta: in queste due
località troviamo vigne che arrivano oltre i 1200 metri, che è il limite
vegetativo per le nostre latitudini. Certamente le vigne di Visperterminen,
distribuite su spettacolari terrazze delimitate da alti muri a secco che
partono da 650 metri sul livello del mare e che superano in uno spazio
ristretto ben 500 metri di dislivello, sono particolarmente suggestive. Dalla
varietà Heida qui coltivata (chiamata anche Savagnin) si ottiene un vino bianco
aromatico e caratteristico. A ben vedere però le vigne più alte d’Europa si
trovano a Cipro a circa 1500 metri e quelle più alte del mondo nel nord
dell’Argentina, lungo la Ruta del vino de Salta, dove i vigneti si trovano
sopra i 1600 metri di altitudine con punte che arrivano a 3000 metri.
5. A Mund si produce zafferano da settecento anni
Considerando che servono 120.000 fiori per ottenere un chilo
di zafferano, potete immaginare con quale difficoltà si produca ogni anno da
1,5 a 3 chili di zafferano di Mund da un terreno di circa un ettaro e mezzo.
Volete provarlo? se lo trovate il prezzo è di solo 13 euro al grammo.
6. Piove di più a Milano che nel Vallese
Se nelle Prealpi del nord e del sud
cadono circa 2000 millimetri di acqua all’anno, nel Vallese le precipitazioni
si limitano a solo 500 e 600 millimetri con una media di 300 giorni di sole all’anno. La complessa struttura delle Alpi
favorisce infatti la formazione di diversi microclimi: le alte cime del vallese
(45 sopra i 4000 metri) riparano la valle alpina dalle precipitazioni portate
sia dalle correnti da nord, sia da quelle da sud. Il clima risulta così più
asciutto che nelle regioni circostanti.
Vini degustati

PetiteArvineNoblesCépages 2013Charles
Bonvin
: paglierino con riflessi dorati, naso intenso e vegetale, con sbuffi
di erba aromatica. La bocca è equilibrata, ben fatta tecnicamente, fresco e
ancora aromatica. Finale medio lungo. Bonvin è la più antica azienda
vitivinicola del Vallese, fondata nel 1858 e fresca vincitrice del titolo di «
cave suisse de l’année 2014»

Heida Maître de Chais 2013Provins:
giallo dorato, naso di pera e scorza di agrume, naso burroso eppure fresco.
Perde un po’ di verve nel finale.
Provins è una cooperativa fondata nel 1930 che conta oggi sul lavoro di 3800
soci che gestiscono 240 ettari di vigna.
RéservedesAdministrateurs 2013Cave
St-Pierre
: naso di camomilla, ciclamino e note di tostatura, pompelmo e frutta
secca. Bocca armonica e sincera. Vino leggero, molto pulito, caratterizzato da media
acidità e finale medio lungo. La Cave St-Pierre con 40 anni di storia sulle
spalle e 430 ettari di vigneti è una delle realtà più importanti del Vallese
Cornalin 2012Philippe Varone: naso
lieve di ribes e caffè e tanta frutta, bocca poco strutturata, non molto acida.
Sia al naso che in bocca sentore di ciliegia matura e amarena che sovrastano il
resto. Tannini morbidi ma persistenti. Philippe Varone Vins SA è alla quarta
generazione di una casa che esiste da 115 anni. Vinifica uva proveniente da 70
ettari di cui 12 di proprietà.
LesGrainsNobles 2005DomainesRouvinez:
Assemblaggio di uve Marsanne, Pinot grigio e Petite Arvine che grazie ad autunni
asciutti e soleggiati surmaturano sulla pianta. La vendemmia tardiva avviene solitamente a dicembre quando le uve
raggiungono un tenore zuccherino naturale pari a circa 150 °Oe (cioè 350 g di
zucchero per litro di mosto). Naso di zafferano, miele, camomilla, albicocca. La
bocca è composta, armonica, con il giusto equilibrio tra morbidezza e
freschezza.
Domaines Rouvinez è una azienda a gestione familiare fondata
nel 1947 da Bernard Rouvinez. Pioniera dell’adozione della produzione integrata
e del rispetto dell’ambiente.

Scritto a quattro mani con Michele Mirtini