Metti una a sera di gennaio a Milano… pieno centro, strade poco affollate e non fa troppo freddo per muoversi a piedi. 
Bello dai, ma se hai un appuntamento a teatro e per non fare tardi, arrivi giusto con un’ora e mezza di anticipo… cosa fai? Compere? In Montenapoleone? Non scherziamo dai… Vai sul cibo (e/o sul vino)  piuttosto. D’altronde siamo in orario di aperitivo…
Ho trovato una drogheria/ristorante/enoteca interessante giusto dietro l’angolo e mi sono fiondato.
Risultato? Risotto alla milanese con riduzione di midollo e Alto Adige Doc Castel Ringberg riserva 2011 di Elena Walch
Sorvolo su raffinatezza e presenza omnicomprensiva del risotto… 

Un vino blasonato il Castel Ringberg, che conosco di fama, a base di Chardonnay 100% e legno… forse tre anni sono giusto il minimo per apprezzarlo appieno, vedremo.
Non nego che la categoria non è fra le mie preferite e ad oggi sono pochi i bianchi italiani passati in legno, burrosi e vanigliati che riesco a bere; per dirla tutta, un tempo sarei stato più categorico preferendo semplicemente qualcos’altro, ma l’intenzione di oggi era ricercare l’abbinamento perfetto (o almeno il migliore possibile) con il risotto.
E direi che il risultato è stato entusiasmante. 
Servire intorno ai 12 gradi e lasciare ossigenare; nel frattempo mi godo un’entrée di raviolo al nero di seppia su spuma di cavolfiore e gocce di latte di cocco… speciale. 
Il bouquet è intenso su piccoli fiori di campo stile mazzolino di margherite bianche e gialle, poi arriva la frutta matura, esotica con ananas, frutto della passione, poi ancora note di frutta secca con nocciola, il tutto avvolto dalla calda e rassicurante componente vanigliata che fa da filo conduttore ad un naso in evoluzione di bella complessità.

Tale naso, tale bocca. Seppur imponente per impatto morbido, la spalla acida ne regge il peso senza troppi sobbalzi bilanciando anche l’alcol. Si unisce all’esperienza gustativa una lieve speziatura aromatica orientale che implora grandi piatti strutturati come questo risotto.

L’abbinamento è godurioso, no anzi lussureggiante, al limite del porno. 
E’ così; un vino fatto per essere abbinato alla grande con primi piatti speziati, strutturati e decisi. Preso da solo potrebbe risultare ciccione e infatti dopo il risotto ho faticato a buttarlo giù da solo.
Comunque sia sono impressionato positivamente, lo ammetto e il fatto che la categoria in questione esuli dal mio gusto non mi toglie dalla testa che questo chardonnay sia un ottimo vino, davvero ben fatto. 
Ero così preso che ho pure dimenticato di fotografare l’etichetta!