Il lagrein – lo confesso – non mi piaceva. Nella mia precedente vita enologica, corrispondente a circa dieci anni fa, lo consideravo un vino minore, molto profumato e solo lievemente tannico, tutto il contrario di ciò che chiedevo al calice, allora.
Rinsavendo, col tempo ho imparato ad apprezzarlo, forse perché mi stavo allontanando dai vini sfacciati, materici e tridimensionali a favore di vini più sensuali e criptici, meno diretti ma non per questo meno affascinanti.
Il lagrein, vitigno autoctono altoatesino, dà vini che mi piace associare all’immagine della mano di ferro in guanto di velluto.
Inizialmente è delicato, spesso sensuale, coadiuvato da sentori floreali e fruttati nitidi; l’assaggio può essere sferzante, quasi mai tannico, ma sempre asciutto e di corpo.
Sapendo che avrei trovato un calice che avrei molto apprezzato, ho provato il Lagrein Grieser 2012 della Cantina Bolzano, nata nel 2001 dalla fusione di due storiche cantine, Gries e Santa Maddalena. L’azienda può contare su oltre trecento ettari vitati, caratterizzati da grande varietà morfologica, sempre assecondata dalla coltivazione varietale più adatta.
Vestito di rosso rubino con riflessi porpora il Lagrein Grieser esibisce naso di terra, lampone, ribes, leggero aroma ematico e radice. La bocca è perfettamente corrispondente, il tannino è lieve, sfumato, ed il gusto è supportato da acidità integra. L’equilibrio tra le componenti è totale, con una morbidezza affascinante che svela, lentamente, un significativo apporto alcolico Il finale è medio lungo, reso piacevole da un ritorno fruttato.
Un vino che sa essere gentile, ma che non esita di fronte ad abbinamenti con piatti di selvaggina e consiglio di tenerne sempre una bottiglia da parte: per la sua versatilità si presta a parecchie occasioni.