Dovremmo chiedere a Gianpaolo di andare più spesso in giro per l’Italia: ogni volta che si muove scova delle chicche notevoli. In quest’ultimo caso si è imbattuto in una rara bottiglia amalfitana:
“Prima o poi bisognerà aprire una rubrica sui vini “sorpresa”, quelli sconosciuti che scopri quando meno te lo aspetti, rivelandosi buonissimi.
In realtà questa cosa capita sempre più frequentemente, grazie al patrimonio ampelografico italiano e alla bravura di tanti produttori nostrani, grandi e piccoli.
L’ultima piacevole scoperta mi è capitata in un weekend trascorso sulla costiera amalfitana, al ristorante Lo Sfusato dell’Hotel Panorama di Maiori.
Chiedo la carta dei vini, prontamente consegnatami da un cameriere bassino, dal passo svelto, il marcato accento salernitano e costantemente in movimento. Non il massimo dell’ispirazione, comunque oltremodo cortese.
Pochi bianchi in carta, quasi tutti della costiera. Nell’indecisione più totale il cameriere mi consiglia il Vigna Grotta Piana di Ettore Sammarco e, non avendolo mai sentito prima, gli chiedo che tipo di vino fosse: “è molto buono, floreale, profumato e se ne scende una bellezza!“. Quasi mi pento di avergli posto la domanda, ma la sua sicurezza mi spinge a fidarmi di lui.
Pochi bianchi in carta, quasi tutti della costiera. Nell’indecisione più totale il cameriere mi consiglia il Vigna Grotta Piana di Ettore Sammarco e, non avendolo mai sentito prima, gli chiedo che tipo di vino fosse: “è molto buono, floreale, profumato e se ne scende una bellezza!“. Quasi mi pento di avergli posto la domanda, ma la sua sicurezza mi spinge a fidarmi di lui.
Il Vigna grotta Piana è un cru centenario di Biancolella, Falanghina e Ginestrella, la cui vigna è situata a 450 metri sul livello del mare. La resa è bassissima e il vino, prodotto solo nelle migliori annate, conta appena 1900 bottiglie nell’annata in questione, la 2012.
La temperatura di servizio è buona, ma complice una telefonata giunta – come spesso accade – in orario inopportuno, comincio a versarlo nel mio calice con un quarto d’ora di ritardo: l’impressione è che con qualche grado in più il vino ne guadagni nettamente. Nel calice si presenta giallo paglierino carico, di buona consistenza. Al naso spiccano subito melone bianco e un agrume elegante che non aggredisce. Seguono ginestra e pesca. Al gusto mi soffermo sulla mineralità, lieve e ben integrata, accompagnata da una piacevole e anch’essa delicata nota marina. Mi piace, il sorso è snello e non stanca, proprio il vino adatto a una serata rilassante di fronte al mare. Buona e ben integrata la spalla acida, mi invita a berlo ancora e prepara le papille al pesce alla griglia in arrivo.
La brezza marina mi sfiora il viso e last but not least i profumi di ananas, vaniglia e spezie si sposano perfettamente sull’insalata aromatica che mi viene servita… sono nel nadir… il cameriere bassino passa vicino al mio al tavolo e vi si ferma, guarda la bottiglia quasi vuota, la mia espressione appagata e mi sorride, evidentemente soddisfatto del consiglio dispensatomi.
Sarà stato il panorama incantevole della costiera amalfitana e il clima mite di quella serata, sarà stato il pesce fresco che ho mangiato, ma quel cameriere col suo consiglio ha reso la mia serata perfetta. Quella sera ho trovato un piccolo gioiello enologico incastonato nella Costiera Amalfitana.”