Dopo aver saltato gli appuntamenti estivi di casa Ghezzi (http://www.viniacasamia.it/) ripartiamo con questa serata settembrina dedicata all’Oltrepò e in particolare a Monsupello, cantina di Torricella Verzate in Oltrepò.
Arriviamo prestissimo come di consueto, praticamente i primi… sai mai che perdiamo qualche goccia…
Comunque dopo qualche minuto non siamo più soli e insieme a Marco e Mirella “aspettiamo gli altri” sorseggiando il Brut Nature pas dosè appena aperto.


L’inizio di questa avventura oltrepadana

Trenta mesi sui lieviti ne fanno un vino di piglio, non aggressivo ma che si fa sentire. Dimentichiamo l’eleganza dei Franciacorta a tutto vantaggio della biodiversità. Il pinot nero conferisce una buona struttura e all’inizio il sorso è rotondo, equilibrato per poi virare però, sul finale, su toni agrumati/acidi, lasciando una bocca leggermente amara. Tutto sommato lo gradisco comunque con qualche distinguo; manca forse un pizzico di personalità… e i (pochi ancora) altri concordano che giochi troppo sull’acidità del finale.

L’enologo di casa Monsupello,
 secondo a sinistra.

Arrivano i commensali e a stretto giro anche Marco Bertelegni, enologo di Monsupello che come di consueto in questi casi, ci racconta l’azienda e la vendemmia ancora in corso.

Monsupello nasce più di un secolo fa quando la famiglia Boatti iniziò ad occuparsi dei propri vigneti. Nel corso degli anni la famiglia ha poi dedicato diversi investimenti all’acquisto di terreni vocati e oggi conta più di 50 ettari coltivati a basse rese e in modo naturale. 
Buone le aspettative di qualità e resa per la vendemmia 2013.
Dunque ad attendere il palato ci aspettano, in ordine:
  • Monsupello Nature da Pinot Nero.
  • Monsupello Brut Classese 2008, il millesimato da Pinot Nero .
  • Riesling renano 2011.
  • Barbera Gelsi 2009.
…e come chicca finale Magnum di Mosaico rosso riserva 2003, cru di Barbera, Croatina, Pinot Nero e altre varietà.
Una bella selezione, non c’è che dire!
L’ottimo Classese

Il brut Classese (che suppongo sia una contrazione di Metodo Classico dell’Oltrepò Pavese) di casa Monsupello che inziamo a versare nel calice è stato vincitore 2012 dei tre bicchieri gambero rosso con il millesimo 2004.

Questo 2008 si presenta con una nota erbacea non presente nel Nature, mediamente più fresco, più equilibrato e molto floreale. A calice vuoto spicca una morbida sensazione di banana. Meritati i premi, indubbiamente.
Qui siamo ancora all’inizio.
Vini chiusi e piatti troppo puliti

L’aperitivo rinforzato a base di gorgonzola, parmigiano, salami vari ecc, si abbina benissimo con le bollicine vivaci di entrambi i Pinot. Ce n’è per tutti.

Il Riesling 2011 è stato una sorpresa per quanto mi riguarda… Forse il miglior Riesling oltrepadano assaggiato finora (non che sia un grande esperto eh!). 
La sorpresa della serata

Naso bellissimo, aromatico ed molto espressivo, in progressione, su note di mela, pesca gialla, gelsomino e foglia di pomodoro. In bocca l’acidità è come un’autostrada che scorre sulla lingua, ben evidente e centrale; sapidità nella media. Davvero interessante!

Purtroppo al secondo assaggio si è riscaldato (parlo un sacco e bevo poco) rilasciando però un tocco di frutta secca non avvertito prima.
Una barbera controversa

La serata prosegue fluida fra mille e più dibattiti e viene il momento della Barbera. 

Abbiamo avuto pareri contrastanti qui… fra vaniglia, nota animale, tabacco dolce e finale bruciacchiato/tostato a qualcuno non è piaciuta troppo. Ho sentito “troppo speziata”, ” troppo arrotondato dal legno”… E sì, di legno ce n’è tanto, d’accordo, e anche spezie come paprika e noce moscata abbondano; sicuramente non è un vino facile da mandare giù proprio per queste sue peculiarità.
Una Barbera “femmina” dice qualcun altro. Ammiccante, ruffiana e provocante…(per certi versi posso concordare).

Marco Bertelegni pronto
 a stappare il Mosaico

Sazi e “allegri” a questo punto, ecco che spunta la magnum come degna chiusura della serata.

Cinque anni in botte e altri cinque in bottiglia: questa è la formula di questo Mosaico ormai decennale.
“Ci vorrebbe un brasato” dice l’enologo Marco B.
Marco (Ghezzi) a buon intenditor… 🙂
Dunque, molto speziato sapido e lungo in bocca; queste sono le sensazioni di primo acchito. Poi chiodi di garofano, vaniglia, frutta rossa rotto spirito… espressione a tutto tondo del mondo Oltrepadano rosso (inteso come vino rosso).
Acidità vivissima e tannino vispo completano il quadro gusto-olfattivo molto apprezzabile e integro oggi ma con ottime potenzialità evolutive per un futuro.
Che siano pochini 10 anni di attesa? Parrebbe proprio.

Un sentito grazie a Marco per la sempre squisita ospitalità e l’ottima qualità complessiva dell’evento, partecipanti compresi; scrivo poco, è vero, ma parlo tanto e gusto ancora di più vino e compagnia di questa splendida serata.
Alla prossima.