Castelbuono è un paese siciliano che sorge appena sopra la più famosa Cefalù. Conosciuto ormai da svariati anni per la produzione artigianale del celebre “panettone Fiasconaro” (invito tutti gli amici milanesi, cultori primigeni del panettone ad assaporarne in occasione delle prossime feste natalizie) si sta affermando anche come vetrina di eventi legati al vino. E infatti siamo giunti al settimo anno del Castelbuono Festival Divino.

Com’è andata?
Ho potuto partecipare solo alla degustazione del 2 Agosto al chiostro di San Francesco ma la manifestazione, partendo dal castello, ha coinvolto tutto il paese ed è stata ricchissima di eventi come cabaret, musica dal vivo, mostre di artigianato e altro. 

Insomma pollice verso. Vale la pena fare un salto il prossimo anno, pernottare in zona e approfittare delle cantine vicinissime, dell’accoglienza calorosa e anche del fantastico mare di Cefalù e dintorni a due passi.

Dico per voi ovviamente… io ne approfitto già.

L’ambientazione della degustazione di quest’anno, dunque, è quella del chiostro. All’ingresso, dopo la consegna del calice, un breve percorso ci guida nel cuore della struttura, ben tenuta, dove produttori e distributori si danno da fare per terminare la sistemazione dei desk. E’ ancora presto infatti e pare ci sia un problema con i frigoriferi, risolto comunque, con quantità industriali di ghiaccio e suaglass oppure, così, come si faceva anticamente. 

I nomi sono soprattutto siciliani come ci si potrebbe aspettare, ma anche del resto Italia dalla Franciacorta al Veneto alla Toscana al Trentino.
E allora gustiamoci qualche pillola di degustazione iniziando dalla bollicina come di consuetudine.
Majolini, azienda storica franciacortina propone la linea che va dal Brut base all'”Electo” passando per il Saten.
Convincente, e molto, il brut base da pinot nero e chardonnay (come per gli altri tre); fragrante, elegante, da tutto pasto. Si porta via in enoteca per circa 13 euro. Ci vale tutto.
Da i Custodi delle vigne dell’Etna provo l’Alnus 2011 un Etna rosato DOC. Poche migliaia le bottiglie prodotte per un rosato fermo, particolare, concesso in questo caso a pochi eletti.
Naso ricco di frutta rossa fresca e tannino percepibile ne fanno un prodotto che andrebbe provato con più attenzione. A calice vuoto infatti emerge tutta la fine complessità che lo distingue. 
Arianna Occhipinti non era presente e nemmeno il suo frappato, già terminato da tempo mi dicono. Abbiamo invece l’SP68 in bianco e rosso.
Il bianco da albanello e moscato è un prodotto che spiazza per il suo forte contrasto naso bocca; naso dolce sulla confettura di agrumi e bocca secca.
Acidità pronunciata ancora e buona sapidità ne fanno un vino con una sua identità ben distinta da affiancare ai pasti di pesce per uscire un po’ dal seminato di prodotti noti e omogenei.

Vado incontro al desk di Avide. Era ora…

Provo il frappato 1607 (anno di fondazione della città di Vittoria). Fantastica l’idea di cambiare etichetta ogni anno proponendo un cammeo di autori locali.
Tipico sulle note del varietale abbiamo amarena e tabacco dolce. Sapido e armonico in bocca è veramente un ottimo vino.
Avrei voluto provare anche l’inzolia dato che un tale di nome Veronelli disse “Avide ha fatto dell’Insolia quello che il barocco ha fatto della pietra grezza”… Qualcosa avrà voluto dire. Intanto mi riservo l’opzione per un’altra occasione.
Continuiamo in terra ragusana con il Cerasuolo di Vittoria di Manenti.
Buona intensità, naso molto espressivo su note terrose e amarena che si fondono in un blend integrato e armonioso. Sapidità e alcol sono anch’essi ben integrati.
Così su due piedi direi che è il migliore assaggio della giornata. Complimenti.
Concludiamo con il Syrah 2009 da vendemmia tardiva, passito di Alessando di Camporeale. Buono è buono… non si può dire il contrario. Mi è piaciuto? Personalmente no. Troppo sciropposo e molto dolce sulle note di amarene, ciliegia e frutti rossi in genere. 
E’ tardi e siccome devo fare quasi 10 km di tornanti e 20 di autostrada concludo qui alle 20:49. Giusto il tempo di fare due passi a piedi per smaltire l’alcol in eccesso pensando alla fiorentina da chilo che mi aspetta a casa.

Una serata da ripetere fatta di tanti incontri, gente interessante, aneddoti e cultura.
Un bell’esempio di verace sicilianità integrale.
Un plauso agli organizzatori.
Ah…la mia compagna, in uscita, mi ha chiesto (e ottenuto) il Ben Ryè.
Non si sarebbe certo “accontentata” di nient’altro per chiudere, mi ha detto.

Ho creato un mostro…