Abbiamo già parlato di Centopassi e Libera Terra nel bel post di Francesco che consiglio di leggere (qui).
L’altra volta, in un’enoteca di Milano mi balza all’occhio il Tendoni di Trebbiano 2010, a 15 euro se non ricordo male.
Ne fanno poco più di 1500 bottiglie e, considerando il prezzo, non potevo perdere l’occasione di provarlo e dire la mia.
“Tendoni di Trebbiano è il frutto di un lungo e paziente lavoro di recupero di vecchie viti allevate a tendone situate nell’entroterra siciliano ed abbandonate dopo la confisca.È dedicato a tutti i contadini che, subendo l’arroganza e la violenza mafiosa, hanno trovato il coraggio di reagire.”
Cristallino alla vista, ha il colore del sole; un bel colore giallo dorato intenso che mi ricorda le assolate giornate
d’estate in spiaggia, quando il riverbero della sabbia quasi ti acceca.
Abbastanza intenso al naso rivela una buona complessità e ottima successione di profumi.
Evoluzione quasi sorprendente col passare dei minuti.
Appena aperto mineralità e nota iodata vengono fuori con prepotenza. Poi tenui note di frutta esotica, frutto della passione, e secca si insinuano e prendono il sopravvento insieme a leggere note evolute di idrocarburi che mi ricordano l’Alsazia.
In bocca sprigiona sì 14 gradi, ma con garbo, gradualmente.
Dentro c’è tutto ciò che si potrebbe pretendere da un vino distinto.
Armonico al sorso è anche perfettamente bilanciato nelle sue componenti acide, sapide, morbide e alcoliche.
Elegante e lungo in bocca è veramente una specialità e, aspetto assolutamente fondamentale per me, mostra una bevibilità da primo della classe.
Forse troppo… e questa recensione, scarna se vogliamo, è il risultato di una serata trascorsa più a degustare in compagnia che a scrivere appunti.
Complimenti ai produttori per questo vino a tratti emozionante che se la gioca ad armi pari con nomi ben più blasonati.
Qualcuno di voi ha avuto modo di provarlo meglio?