Dato che Francesco si è occupato del più blasonato “Superiore Posaù” 2010, a stretto giro, cerchiamo di capire qualcosa anche sul base (biglietto da visita per qualsiasi azienda) di casa Maccario Dringenberg.
Ammetto che questa è stata la prima (la seconda al massimo) bottiglia di rossese che abbia mai provato. Non si trova facilmente e tantomeno se ne sente troppo parlare (a torto).

Limpido rosso rubino da manuale semipermeabile e consistente disegna archetti piuttosto fitti e regolari. Poi
Il Rossese di Dolceacqua 2011,
Maccario Dringenberg
leggo che fa 14 gradi… certo.
Lo verso in un tulipano con un certo anticipo ma lo sento ancora chiusissimo; attendo ancora 30 minuti.
Il naso è fresco. Avverto fiori e frutta, fragola, ciliegia sotto spirito, erbe officinali, terra bagnata, macchia mediterranea e lampi balsamici.

Mi fa venire in mente scene di vita campestre; un pranzo all’aperto, il vento leggero che soffia, un cielo azzurro con solo qualche nuvola bianca all’orizzonte e un tiepido sole di fine Maggio.
Anche in bocca è fresco all’inizio ma ben presto i 14 gradi si spandono e salgono un pò al naso, ma solo per qualche istante.
Il tannino appena avvertibile è morbido, integrato e piacevole. La bocca è pulita e il sorso abbastanza lungo soltanto poco sbilanciato sulle morbidezze, nonostante l’elevata freschezza.
Finale leggermente speziato e giustamente sapido.
82/100