Metti un sabato di metà Ottobre a merenda, mentre stai “sistemando” con pennellate di pregnante per legno, la tua personale barrique a casa.
Lavoriamo duro io e Francesco, è naturale che ci venga sete. MOLTA sete.
Decido dunque di finire la bottiglia di Sauvignon aperta la sera prima.
Limpido e abbastanza consistente ha un bel colore giallo paglierino carico con (molti) riflessi dorati.
Mi confronto con Francesco; direi che siamo d’accordo sul fatto che sia intenso, complesso e abbastanza fine nei profumi.
E’ floreale, fruttato, erbaceo, animale e minerale… Ce n’è di roba!
Scatta quindi la diatriba dei “descrittori”… ne abbiamo per parecchi minuti.
Sprigiona dapprima la tipica franchezza del Sauvignon: la famigerata “Pipì di gatto”… (che detta così fa anche un pò senso lo so. Ma pensateci la prossima volta che bevete un Sauvingon ;), ne riparliamo).
Continuando si concede poco alla volta e si lascia andare a profumi più tenui di camomilla, foglia di pomodoro forse, mandorla, una leggerissima nota mielata. Mi aspettavo una mineralità più spiccata a dire il vero.
Al gusto si rivela fresco e abbastanza sapido e con una buona corrispondenza gusto-olfattiva. Di buona struttura e abbastanza equilibrato manca, a mio parere, di un pizzico di persistenza in più.
Penso cmq che sia un vino che ricomprerò, anche se non proprio economico (16-18€), magari in un’annata differente.  
75/100