Tornati dalla ferie? Pronti a tuffarvi nella nuova stagione enologica? Bene! Eccovi allora le notizie più cool sul mondo del vino e del food, selezionate dalla redazione di 
The Wine Show
Gli attori inglesi Matthew Goode e Matthew Rhys saranno protagonisti del “The Wine Show” un format televisivo itinerante che dalla prossima primavera sarà trasmesso su Hulu per tredici puntate. I due attori, amanti del buon vino ma poco preparati nel settore vinicolo, saranno accompagnare dagli esperti Joe Fattorini e Amelia Singer: l’approccio quindi sarà da una parte molto popolare e dall’altra tecnico e professionale con l’intervento di viticoltori ed enologi. Undici i Paesi visitati, tra cui – immancabilmente – il nostro. Ogni puntata avrà la durata di un’ora e – si spera – giungerà presto anche in Italia. Non vediamo l’ora, anche perché nei nostri palinsesti manca un programma di questo tipo (se escludiamo I Signori del vino, trasmesso da Rai 2, che però ha un profilo decisamente giornalistico).

L’enzima sommelier
Il magazine “New Phytologist” ha pubblicato una ricerca dei ricercatori dell’Università di Strasburgo nella quale si spiega che l’aroma tipico dei vini invecchiati è merito di un particolar enzima denominato “sommelier”, isolato attraverso una sofisticata tecnica di laboratorio, la cromatografia liquida con spettrometria di massa. Le analisi, che sono state effettuate su vini bianchi e su uve francesi, hanno dimostrato che l’enzima contribuisce trasforma un composto della pianta, il monoterpenolo linalolo in un’altra sostanza che si converte in un lattone, la molecola chimica responsabile del particolare aroma dei vini invecchiati. A cosa servirebbe questa scoperta? Secondo noi lo scenario è legato alla riproduzione dell’aroma in laboratorio, per l’industria alimentare ma anche per quella vinicola: ancora una volta il futuro (ahinoi) è in laboratorio.

E la vendemmia 2016?

La vendemmia è iniziata, soprattutto al Sud, ma sono ancora poche le notizie che circolano in rete. Dopo un’annata 2015 strepitosa a detta dei più, Federvini informa che anche la 2016 è partita con il piede giusto. Al momento parliamo solo di maturazioni precoci per basi spumante o bianchi in genere. Per i rossi occorre ancora qualche tempo. Tuttavia sembra che le condizioni climatiche siano favorevoli grazie alle alte temperature del giorno e il fresco della notte. Parliamo di qualità ma anche di quantità dato che dopo due anni in difficili, finalmente “ci dovrebbe essere il segno più”.
Keep calm and stay tuned.
Una Vespa coraggiosa
L’azienda di Bruno Vespa, Futura 14, è stata protagonista, suo malgrado, di un preoccupante episodio la notte tra venerdì e sabato scorsi: settanta ceppi di primitivo, infatti, sono stati dolosamente tagliati dal vigneto che l’azienda possiede a Lizzano, in provincia di Taranto. Il giornalista ha dichiarato di avere qualche sospetto su “mafiosi locali” ed ha prontamente denunciato l’accaduto ai carabinieri. “Con me cascano male – ha dichiarato – non mi certo farò intimidire”.  Ben detto Bruno: mai cedere. Noi siamo tutti con te. 
Basta MCR, non se ne può più

Stanche di subire una pratica di cui si abusa – e non solo in Emilia Romagna – 53 produttori, in particolar modo romagnole e produttrici per lo più di Sangiovese hanno sottoscritto un appello alla Regione chiedendo che si interrompa questo “aiutino”, divenuto un classico stagionale, anche – come quest’anno – le condizioni meteo non sono state malvagie.
L’uso del mosto concentrato rettificato, infatti, è previsto essenzialmente per aiutare i mosti a raggiungere la gradazione minima nelle annate in cui di sole se n’è visto poco: autorizzandolo annualmente, invece, si incentivano i produttori “industriali” a fare raccolti onnicomprensivi, senza curare molto la qualità e la sanità dell’uva poiché con il MCR sarà possibile riparare i difetti.
Tra i sottoscrittori dell’appello Fattoria Zerbina, Drei Donà e La Stoppa che hanno chiesto non solo un uso più giudizioso del MCR ma anche di rivedere l’approccio alle annate difficili, magari rivedendo i disciplinari  abbassando i limiti delle gradazioni previsti, anche a costo di non classificare i vini DOC o IGT, nei casi più estremi.
In Regione hanno accolto l’appello ma per quest’anno non sarà possibile intervenire. “Ma qui da noi dalla prossima vendemmia si cambia musica – dice l’assessore all’Agricoltura Simona Caselli – l’uso del MCR non sarà più automatico ma solo legato agli andamenti climatici e alle curve di maturazione dell’uva». Speriamo. E speriamo che l’esempio dell’Emilia Romagna possa essere seguito anche da altre regioni italiane.