La saletta riservata alla stampa

Lo avevamo notato già l’anno scorso e quest’anno c’è stata una decisa conferma: nel week end veronese del vino VinNatur non teme confronti con le altre manifestazioni, grazie a pochi ma determinanti argomenti, come la location di fascino e funzionale, l’organizzazione rigorosa, gli espositori numerosi ed entusiasti (cosa assolutamente non scontata) e l’atmosfera informale che favorisce lo scambio di informazioni.
Non manca nulla e l’attenzione ai mezzi di comunicazione si concretizza ulteriormente, da quest’anno, con la creazione di una saletta riservata, un luogo dove degustare e lavorare come in sala stampa. Fantastico.

Numerose le aziende presenti, ne citiamo qualcuna che ci sembra doveroso annotare nei nostri Appunti.

Gita in Lombardia: la prima bollicina è lo Spumante rosè metodo ancestrale del Castello di Stefanago, nell’Oltrepo. Il colore è particolarmente luminoso, rosa intenso, che ben duetta con le pareti di Villa Favorita.  Il naso è una intensa espressione di fragole fresche ed agrumi. Il gusto si distingue da bella morbidezza, senza dubbio di origine varietale, bollicina finissima e collerette schiumosa. Struttura e delicatezza coabitano perfettamente, verso un finale medio lungo e assolutamente apprezzabile.
Salto in Sicilia: Marco De Bartoli si conferma un must. Presenta il TerzaVia 2011 metodo classico ottenuto da uve grillo, ormai a livelli emozionali notevoli. Vigna verde è il nuovo Grillo, vino lineare di buona prospettiva. Non scopro nulla affermando di aver goduto – perdonate la franchezza lessicale – con i marsala di casa, specie Vigna La Miccia e con il passito Bukkuram, assurto alla celebrità insieme al marsala Vecchio Samperi.


Daniele Coutandin: produttore di nicchia di Perosa Argentina, nel Torinese, noto soprattutto per Ramiè, un blend di uve autoctone introvabili, come l’avanà, l’avarengo, lo chatus ed il becuét. Proviamo le annate 2011 e 2012: quest’ultima è esuberante nella sua fragranza, con sentori importanti di frutta rossa, buona morbidezza e lungo finale. Vino di prospettiva. Ramiè 2011 sembra già  un fratellino più responsabile e maturo, nonostante ha soltanto un anno di più: da trovare e tenere in cantina.


Seguiamo Le Cinciole di Panzano in Chianti già da un po’ e non ci delude mai: Luca Orsini ci accoglie con un sorriso e ci fa provare il Petresco 2009, un sangiovese che dimostra un sapiente equilibrio tra impronta varietale ed uso del legno. E’ uno degli esempi di come il rispetto della tradizione e del territorio si coniugano perfettamente con il raggiungimento della qualità.


Facciamo un salto in Spagna per provare un vino di Barranco Oscuro, il capostipite dei vini naturali nel paese iberico. La caratteristica della produzione, oltre alla fedeltà ai princìpi naturali comune a tutti i vini di Vinnatur, è quella di provenire da vigneti di alta quota, addirittura fino a 1368 metri sul livello del mare. El Pino rojo si presenta con un vivo rosso rubino; al naso immediato impatto di frutti rossi in confettura, pepe nero, pellame e lievi sbuffi di caffè. Il palato è appagato pienamente, nonostante un lieve squilibrio sulle durezze caratterizzate da un tannino avvolgente sia pur dotato ancora di qualche asperità. Vino di prospettiva, che può anche essere bevuto in estate a temperature di servizio più basse, grazie ad una struttura contenuta.

Dalla Spagna alla Francia: Jean-Pierre Robinot produce sotto il nome di Les Vignes de l’ange vin dei vini che ricadono sotto la denominazione Coteaux du Loir et Jasnieres. Ci piacciono particolarmente i chenin, minerali, dritti, complessi e straordinariamente eleganti.

Anche quest’anno abbiamo avuto il piacere di partecipare alla cena con i produttori; siamo stati fortunati perché il caso ha voluto che al nostro tavolo sedesse anche Angiolino Maule, presidente e fondatore di VinNatur, il quale è stato disponibilissimo di fronte alle nostre domande, spiegando con chiarezza la filosofia dell’associazione. Fra i tanti argomenti trattati, ne sottolineo uno, discusso da Angiolino con particolare, e giustificato orgoglio: l’utilizzo delle risorse economiche dell’associazione.
Primo la beneficenza, con il sostegno a una comunità in Costa d’Avorio attraverso il Progetto Alépé; in secondo luogo il finanziamento della ricerca e delle analisi dei vini degli associati, analisi volte a verificare – tra l’altro – l’assenza di antibotritici, antiperonosporici, antioidici e insetticidi.

L’associazione non si limita a raccogliere sotto il proprio nome i produttori che si riconoscono nella sua filosofia ma si impegna nella formazione degli stessi e nell’indirizzo verso una agricoltura sostenibile: nel corso degli anni è sensibilmente diminuito il numero dei campioni risultato positivo ai pesticidi residui ed è notevolmente aumentato il numero degli associati che hanno rinunciato ad aggiungere solforosa nei propri vini.

La strada intrapresa dai produttori VinNatur è senz’altro ricca di difficoltà e rischi ma è anche l’unica possibile per ottenere una agricoltura sostenibile, in un contesto dove cogliere un chicco d’uva dalla pianta e mangiarlo subito non sia mai un pericolo per la salute. Il mondo del vino non ha bisogno di estremisti per necessità o modaioli opportunisti ma di persone coraggiose come Angiolino, che sanno cosa fanno e sanno dove vanno: verso un futuro migliore.